La Corte di Cassazione ha condannato l’infermiere a un anno e tre mesi di carcere. All’imputato non è bastato invocare la particolare tenuità del fatto per restare impunito. Il beneficio previsto dall’articolo 131-bis del Codice penale non si applica infatti nel caso di reati contro la pubblica amministrazione.
E’ costato caro, a un infermiere, l’essersi appropriato di una scatola di Maalox sottratta in ospedale. La Corte di Cassazione lo ha infatti condannato a un anno e tre mesi di carcere per peculato, senza il beneficio della non punibilità per la particolare tenuità del fatto, che è escluso per i reati contro la pubblica amministrazione.
Proprio invocando la particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del Codice penale, l’infermiere sperava di restare impunito, malgrado il riconoscimento del reato commesso. Un beneficio al quale credeva di avere diritto in virtù della sporadicità dell’episodio. Il reato contestato, però, essendo stato perpetrato contro la pubblica amministrazione, resta fuori da tale previsione normativa, considerato il suo disvalore.
All’infermiere era stata negata anche la sospensione condizionale della pena, in virtù di un precedente a carico del ricorrente, che aveva commesso un abuso edilizio punito con una contravvenzione. Sul punto la Suprema Corte ha tuttavia stabilito che la violazione edilizia di poco conto non è abbastanza per concedere questo beneficio di legge.
Redazione Nurse Times
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