Accogliendo i ricorsi del procuratore generale e delle numerose parti civili, la Prima sezione penale della Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento della sentenza con cui la Corte di assise di Appello di Ancona, ribaltando la decisione di condanna all’ergastolo pronunciata dalla Corte di assise di Macerata, aveva assolto per insussistenza dei fatti Leopoldo Wick, infermiere accusato dell’omicidio e del tentato omicidio di sette anziani ospiti della Rsa di Offida (Ascoli Piceno), dove lavorava.
Wick sarà nuovamente processato davanti alla Corte d’assise d’Appello di Perugia, territorio competente per il nuovo giudizio. La decisione di assoluzione era stata oggetto di ricorso da parte della Procura generale, che aveva sollevato varie obiezioni, tra cui la presunta inosservanza delle disposizioni sull’utilizzabilità delle prove.
La Corte di Cassazione ha escluso l’esistenza di cause di inutilizzabilità del materiale probatorio utilizzato nei processi di merito, rilevando la carenza della motivazione della sentenza impugnata alla luce dell’ampia articolazione argomentativa di quella di condanna, oggetto di integrale riforma in appello.
Al centro della contestazione vi erano le analisi effettuate sui campioni prelevati dai cadaveri degli anziani della Rsa. I giudici di Macerata avevano ritenuto che tali esami, essendo stati svolti su incarico della Procura di Ascoli, dovessero essere considerate attività giudiziarie e non amministrative. Pertanto, secondo la difesa, Wick avrebbe dovuto avere il diritto di essere rappresentato legalmente durante queste operazioni.
I fatti contestati vanno dall’8 gennaio 2017 al 25 febbraio 2019 e sarebbero avvenuti mediante la somministrazione, effettuata dall’imputato nell’esercizio delle mansioni di infermiere, di farmaci in dosi ampiamente superiori a quelle terapeutiche, e comunque controindicati rispetto al quadro clinico delle singole vittime.
Redazione Nurse Times
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