La teoria dei bisogni di Marisa Cantarelli rappresenta uno dei contributi più significativi all’evoluzione della professione infermieristica in Italia.
Questa teoria ha posto le basi per un’assistenza centrata non solo sul trattamento della malattia, ma soprattutto sulla cura della persona nella sua totalità. Il concetto di “bisogni” si estende a dimensioni fisiche, psicologiche, sociali e spirituali, delineando un approccio integrato che valorizza il ruolo dell’infermiere come figura fondamentale nel prendersi cura dei pazienti in maniera completa.
Cantarelli classifica i bisogni dei pazienti in quattro categorie principali:
- Bisogni di base: relativi alle funzioni fisiologiche essenziali, come respirazione, alimentazione e igiene.
- Bisogni di sicurezza: che includono la necessità di protezione e stabilità emotiva.
- Bisogni di appartenenza: legati al bisogno di affetto, amore e inclusione sociale.
- Bisogni di autorealizzazione: il desiderio di sviluppare le proprie potenzialità, anche in condizioni di malattia.
L’infermiere, secondo questa teoria, diventa una figura chiave nel riconoscere e soddisfare questi bisogni, promuovendo così un percorso di cura più personalizzato e completo.
In questo articolo, approfondiamo i dettagli della teoria di Cantarelli e il suo impatto nel contesto infermieristico.
La struttura della teoria dei bisogni
La Teoria dei Bisogni di Cantarelli si fonda sulla categorizzazione dei bisogni umani, una classificazione che è alla base dell’assistenza infermieristica olistica.
Cantarelli identifica quattro principali categorie di bisogni, ciascuna delle quali richiede una risposta infermieristica specifica:
1. Bisogni Fisiologici di Base
In questa categoria rientrano le necessità biologiche primarie, come il mantenimento dell’omeostasi corporea. Gli infermieri si occupano della gestione di funzioni vitali quali la respirazione, la circolazione, la nutrizione, l’eliminazione, il riposo e il movimento. Cantarelli sottolinea l’importanza di monitorare questi bisogni fondamentali per garantire il benessere fisico del paziente.
2. Bisogni di Sicurezza e Protezione
Oltre ai bisogni fisici, il paziente necessita di un ambiente sicuro e protetto. Questo non riguarda solo la sicurezza fisica (prevenzione di cadute, infezioni, ecc.), ma anche quella psicologica. Un ambiente emotivamente stabile, in cui il paziente si sente rispettato e considerato, riduce ansia e stress, favorendo la guarigione. Gli infermieri, secondo Cantarelli, devono quindi garantire che il paziente non solo sia al sicuro da minacce fisiche, ma anche che si senta protetto dal punto di vista emotivo.
3. Bisogni di appartenenza e amore
Cantarelli evidenzia che il benessere psicologico del paziente è strettamente collegato alla qualità delle sue relazioni. L’infermiere gioca un ruolo fondamentale nel facilitare il rapporto tra paziente e famiglia, promuovendo una comunicazione aperta e affettuosa. Inoltre, l’infermiere deve agire come mediatore, garantendo che il paziente si senta parte di un sistema di supporto affettivo. Questo bisogno si estende alla relazione tra paziente e il personale sanitario, che deve essere basata sulla fiducia e il rispetto reciproco.
4. Bisogni di autostima e autorealizzazione
Uno degli aspetti più innovativi della teoria di Cantarelli è l’attenzione ai bisogni di autorealizzazione, cioè il desiderio del paziente di sentirsi utile e di esprimere il proprio potenziale, anche in condizioni di malattia. L’infermiere ha il compito di aiutare il paziente a mantenere un senso di autostima e dignità, promuovendo attività che possano migliorare il suo stato d’animo e la sua autonomia. Cantarelli credeva fermamente che la malattia non dovesse ostacolare il desiderio di una persona di crescere e svilupparsi.
L’infermiere come facilitatore dell’assistenza olistica
Un punto centrale nella teoria di Cantarelli è che l’infermiere non è semplicemente un esecutore di procedure mediche, ma un facilitatore dei processi di guarigione e crescita del paziente. La sua visione supera il concetto di “cura” inteso solo come trattamento di sintomi fisici, e si estende alla comprensione e soddisfazione di tutti i bisogni del paziente. L’infermiere, secondo Cantarelli, deve saper interpretare le esigenze individuali del paziente, adattando il proprio intervento a seconda della situazione, e lavorando in sinergia con la famiglia e gli altri professionisti sanitari.
L’influenza di Cantarelli sul modello assistenziale italiano
La Teoria dei Bisogni ha avuto un grande impatto sulla formazione infermieristica e sul modello assistenziale adottato in Italia. Oggi, nelle corsi di laurea di infermieristica, gli studenti vengono formati non solo su competenze tecniche, ma anche su come riconoscere e rispondere ai bisogni emotivi e psicologici dei pazienti. Questo approccio ha contribuito alla modernizzazione del sistema sanitario italiano, allineandolo ai modelli internazionali di assistenza centrata sul paziente.
La Teoria dei Bisogni nel contesto attuale
Nonostante la Teoria dei Bisogni di Marisa Cantarelli sia stata sviluppata diversi decenni fa, essa continua a essere di grande attualità. La crescente attenzione alla salute mentale e al benessere psicologico dei pazienti ha reso ancora più rilevante l’approccio olistico proposto dalla Cantarelli. In un mondo sanitario sempre più tecnologico, la sua teoria ci ricorda l’importanza di non perdere di vista l’umanità dei pazienti e di prendersi cura di loro nella loro interezza.
Marisa Cantarelli ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’infermieristica italiana. La sua Teoria dei Bisogni non solo ha arricchito la professione, ma ha anche posto le basi per un approccio all’assistenza più umano e completo. Gli infermieri, attraverso la sua visione, diventano figure centrali nella promozione del benessere globale del paziente, facendo della cura un’esperienza che tocca corpo, mente e spirito.
Redazione Nurse Times
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