Home Cittadino Alimentazione Diabete Tipo 1: trattamento rivoluzionario con cellule staminali permette di interrompere l’insulina
AlimentazioneCittadinoNT News

Diabete Tipo 1: trattamento rivoluzionario con cellule staminali permette di interrompere l’insulina

Condividi
Diabete, si potrà "dimenticare" grazie al pancreas artificiale
Condividi

Un innovativo trattamento con cellule staminali ha recentemente permesso a una donna di 25 anni con diabete di tipo 1 di interrompere l’assunzione di insulina, offrendo nuove speranze per milioni di persone affette da questa malattia cronica. Si tratta del primo trial umano al mondo in cui un trapianto di cellule staminali ha mostrato risultati straordinari, rendendo possibile la produzione autonoma di insulina nel corpo della paziente.

Il diabete di tipo 1: una malattia cronica impegnativa

Il diabete di tipo 1 è una patologia autoimmune che colpisce le cellule pancreatiche responsabili della produzione di insulina, l’ormone essenziale per regolare il livello di zucchero nel sangue. Le persone con questa condizione devono costantemente monitorare la glicemia e somministrarsi insulina esogena per evitare complicanze gravi, come la ketoacidosi diabetica o il danno progressivo agli organi.

Negli anni, la gestione del diabete di tipo 1 è migliorata grazie a tecnologie avanzate come i monitor glicemici continui e le pompe per insulina, ma questi strumenti sono spesso costosi e non accessibili a tutti. La ricerca medica ha quindi cercato soluzioni che vadano oltre la gestione quotidiana, mirando a una cura definitiva.

Il pionieristico trapianto di cellule staminali

Il caso più recente che ha fatto il giro del mondo riguarda una giovane donna di Tianjin, Cina, affetta da diabete di tipo 1. La paziente, dopo aver fallito con altri trapianti, ha partecipato a un trial clinico in cui sono state utilizzate cellule staminali autologhe – cioè provenienti dal suo stesso corpo – riprogrammate per diventare cellule pancreatiche produttrici di insulina. Questo approccio, chiamato iPSC (cellule staminali pluripotenti indotte), consente di creare cellule specializzate che possono sostituire quelle danneggiate.

Nel 2023, le sono state trapiantate circa 1,5 milioni di queste cellule nei muscoli addominali. Dopo appena due mesi e mezzo, il corpo della paziente ha iniziato a produrre insulina in quantità sufficiente per eliminare la necessità di iniezioni esterne. Un anno dopo il trattamento, la donna ha continuato a gestire la sua glicemia senza bisogno di insulina supplementare, dimostrando la straordinaria efficacia di questo trattamento.

Le prospettive future del trattamento con cellule staminali

Questo trapianto di cellule staminali rappresenta una svolta rivoluzionaria nel campo della medicina rigenerativa e potrebbe cambiare il futuro del trattamento del diabete di tipo 1. Mentre alcuni trial precedenti hanno utilizzato cellule staminali embrionali con risultati promettenti, questo è il primo caso documentato con l’utilizzo di cellule autologhe, che riducono il rischio di rigetto e complicazioni immunologiche.

Un altro esempio è quello di Amanda Smith, un’infermiera canadese che ha interrotto l’assunzione di insulina dopo un trattamento simile, evidenziando il potenziale di questa terapia per un numero sempre maggiore di pazienti.

Le sfide e le domande aperte

Nonostante i risultati promettenti, ci sono ancora sfide da affrontare. Uno dei principali rischi è la possibilità che il sistema immunitario torni ad attaccare le nuove cellule pancreatiche, causando una ricaduta. Inoltre, è necessario comprendere meglio per quanto tempo questi effetti positivi possono durare e se l’uso a lungo termine di farmaci immunosoppressori sarà inevitabile.

Tuttavia, questo trattamento offre una speranza concreta per milioni di persone che vivono con il diabete di tipo 1. La possibilità di eliminare la dipendenza dall’insulina, migliorando la qualità della vita e riducendo i rischi a lungo termine, rappresenta un obiettivo sempre più vicino grazie ai progressi della ricerca.

Il trapianto di cellule staminali pluripotenti indotte potrebbe segnare un punto di svolta nella cura del diabete di tipo 1. Sebbene ci siano ancora domande aperte sulla durata dei benefici e i potenziali rischi, i risultati ottenuti finora sono straordinari e offrono nuove prospettive per il futuro. La ricerca continua, e con essa la speranza che un giorno questa patologia possa essere affrontata in modo definitivo.

I risultati completi del caso sono stati pubblicati sulla rivista Cell, segnando un importante progresso nella lotta contro il diabete di tipo 1.

Redazione NurseTimes

Fonte: www.cell.com

Articoli correlati


Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Indagine Nursing Up: "Il 60% degli infermieri lascerebbe il lavoro"
NT News

Aumenti da oltre 7.000 euro per ministri e sottosegretari: e gli stipendi di infermieri, oss e operatori sanitari?

Mentre l’Italia affronta una crisi economica che colpisce duramente milioni di cittadini,...

Campania, via libera al concorso unico regionale per l'assunzione di oss: bloccati gli altri bandi
ConcorsiLavoroNT News

Concorso OSS in Campania: 1274 posti Disponibili! Al via le domande

È ufficiale: il tanto atteso Concorso Unico Regionale per Operatori Socio Sanitari...

Nursing Up, Nursind e Opi Grosseto: "Quando comincia a scorrere la graduatoria per l'assunzione di nuovi infermieri?"
InfermieriNT NewsPolitica & Sindacato

Specializzazioni sanitarie: arrivano le borse di studio, ma gli infermieri restano esclusi

Una recente proposta di emendamento alla Legge di Bilancio, firmata dall’onorevole Marta...