Tesi di Laurea - NeXT

Tesi “Human Caring. Assistenza e presa in carico del paziente reumatologico. Indagine conoscitiva”

Giunge al nostro indirizzo mail redazione@nursetimes.org il lavoro di tesi della dott.ssa Daniela Caiulo

Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times

Giunge al nostro indirizzo mail redazione@nursetimes.org il lavoro di tesi della dott.ssa Daniela Caiulo dal titolo “Human caring. Assistenza e presa in carico del paziente reumatologico. Indagine conoscitiva”, laureatasi presso l’Università degli Studi di Bari “A. Moro”, nell’a.a. 2017 -18.

 

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…di Daniela Caiulo

 

Introduzione
La realizzazione di questa tesi parte dalla consapevolezza che le competenze tecnico-scientifiche apprese durante gli anni di studio e perfezionate nella realtà lavorativa, sono si una parte importante dell’assistenza ma non soddisfano alcuni quesiti. Infatti, cosa aiuta l’infermiere a prendersi cura della persona che assiste considerando anche i bisogni più nascosti del paziente? La tesi pertanto è suddivisa in una parte normativo/scientifica e una parte sperimentale realizzata presso l’Ambulatorio di Reumatologia del Perrino. Perché le malattie reumatiche?

La sfida della cronicità
L’ Organizzazione mondiale della sanità ha definito le patologie reumatiche come la prima causa di disabilità invalidità e dolore in Europa, evidenziando come queste rappresentino la metà delle patologie croniche nella popolazione sopra i 65 anni. In Italia sono circa 13 milioni le persone costrette a confrontarsi con una qualità di vita molto scarsa. In generale, tutto il mondo sta assistendo oggi ad un aumento delle patologie croniche dovute a differenti fattori.

Personalità e malattia
Importante risulta, da studi presenti in letteratura, l’attitudine psicologica del paziente. Questa influisce infatti sul decorso della patologia. Il sistema nervoso e il sistema immunitario, come sappiamo sono ben collegati, per cui una risposta psicologica depressiva ad un evento patologico, comporta un indebolimento delle difese immunitarie, esponendo il paziente ad altri attacchi morbosi ed innescando la spirale: malattia-depressione- malattia. E’ importante quindi che l’accertamento dello stato di salute avvenga secondo un approccio bio-psico-sociale. L’infermiere che è il fulcro dell’assistenza nella cronicità DEVE CHIEDERSI DI PIU’, DEVE PRENDERSI CURA ANCHE DEL DISORIENTAMENTO, dato che la malattia modifica l’abituale ritmo di vita. Curare e prendersi cura sono due interventi che devono combinarsi tra loro, in modo da influenzare l’efficacia della cura stessa. PRATICA ED ETICA SONO UN BINOMIO INSCINDIBILE.

Human Caring, nascita ed evoluzione
Oggi però l’assistenza è sempre più tecnica e se questa permette di curare malattie una volta incurabili, non è in grado di rispondere ai bisogni più profondi del paziente. Nelle patologie reumatiche, come in tutte le patologie croniche, la tecnica da sola non basta. Questo presupposto viene portato avanti dalla filosofia definita Human Caring, volta a fondare l’umanizzazione delle cure. La teoria è stata elaborata da Jane Watson verso la fine degli anni 70. Il principio su cui essa si basa è la necessita di affiancare al tecnicismo il prendersi cura. Segna il passaggio dal to Cure al To Care. La Watson include nel To care, non solo il paziente, ma anche l’ambiente, in quanto il comfort ambientale favorisce il processo di guarigione, e infine il benessere dell’operatore in quanto non ci può essere benessere del paziente senza il benessere emotivo dell’operatore. La stessa filosofia si intreccia perfettamente con i principi guida del Codice Deontologico.

Motivi e obiettivo dell’indagine
Su questi presupposti ho realizzato il progetto di studio definendo come obiettivo la ricerca di un approccio che potesse favorire l’umanizzazione del sistema assistenziale. Nel periodo di tirocinio presso l’Ambulatorio ha colpito la mia attenzione la scarsa conoscenza della patologia da parte dei pazienti, lo sconvolgimento del malato sia dal punto di vista biologico, psicologico e sociale e la presenza di bisogni non facilmente espressi che sono diventati motivo d’indagine.

Il NEQ
Il questionario NEQ è stato proposto, ai pazienti dell’Ambulatorio, in un periodo di 4 mesi che va dal 1 giugno 2018 al 29 settembre 2018. Il campione è costituito sia dai pazienti che accedevano come prima visita, sia da coloro che accedevano come accesso successivo, per identificare un’eventuale evoluzione dei bisogni. Il NEQ (Need Evaluation Questionnaire) è un questionario validato somministrato precedentemente in 30 oncologie in Lombardia e favorisce una migliore comprensione tra il personale medico-infermieristico. Indaga i bisogni dei pazienti secondo specifiche aree. E’ costituito da 25 domande a cui bisogna rispondere SI o NO e una domanda aperta finale con cui viene chiesto al paziente di esprimere quella che è al momento la necessità principale.

Analisi ed interpretazione dei dati
L’elaborazione dei dati è stata realizzata con il foglio di calcolo Excel, suddividendo le risposte affermative o negative del primo accesso da quelle dell’accesso successivo. Il totale dei questionari raccolti è di 260.
SI RIPORTANO I DATI PIÙ SIGNIFICATIVI: al bisogno di avere maggiori informazioni sulla diagnosi, sulle condizioni future e sul ricevere informazioni più comprensibili, la percentuale di coloro che hanno risposto Si, è elevata in entrambi i gruppi, dimostrazione di una malattia sempre in fase evolutiva e sottoposta a modifiche percettive.
Una percentuale significativa la troviamo anche con i pazienti che hanno confermato di voler maggiori informazioni sui trattamenti e di essere maggiormente coinvolti nelle scelte terapeutiche. Lo stesso vale per il bisogno di ricevere maggiori informazioni economico-assicurative e di avere un maggiore controllo dei disturbi. La qualità e la complessità delle informazioni, che ci si aspetta i pazienti conoscano, si sta ampliando in relazione ai progressi nella tecnologia sanitaria.
Stessa situazione la ritroviamo al bisogno di maggiore attenzione da parte del personale infermieristico, di essere maggiormente confortato dai familiari e di avere bisogno di parlare con persone che hanno avuto la stessa esperienza. Infatti, una percentuale molto alta di pazienti, soprattutto negli accessi successivi, ha espresso queste necessità.
Alla domanda aperta finale, con la quale è stato chiesto ai pazienti di esprimere quale fosse il loro bisogno principale, sono state date differenti risposte: annullare o ridurre i dolori, guarire, vivere una vita serena e tranquilla, maggiori informazioni e rassicurazioni, cure adeguate. L’insieme di tutte e 26 le domande mi riporta alla riflessione del mio percorso di tesi: il nostro intervento non può avere come unico obiettivo la cura/assistenza del paziente, ma è necessario porre attenzione alla sua storia personale, alla personalità, alla sua situazione familiare, sociale e ai suoi valori.

Conclusioni
Dall’indagine effettuata risulta evidente il bisogno di COMUNICAZIONE E RELAZIONE. Allo stato attuale, il concetto di “umanizzazione” assume, nel linguaggio sanitario, una valenza socio-organizzativa: ad esso si è soliti fare riferimento per indicare la necessità di superare i limiti della dimensione tecnicistica, integrandola con quella umana.

Dall’indagine sono emerse anche difficoltà strutturali, organizzative e funzionali che impediscono un approccio al paziente più adeguato da questo punto di vista. Per questo motivo risulta di vitale importanza che l’umanizzazione cominci dall’organizzazione strutturale, così che anche gli operatori, in particolar modo l’infermiere, siano messi in condizione di operare basandosi sulla presa in carico globale del paziente. Nel contempo essendo quello da me somministrato un questionario con domande generaliste, ho preso in considerazione un’indagine ulteriore che verifichi in maniera più approfondita le informazioni che i pazienti desiderano avere. Il Direttore dell’Unità Operativa ed il Referente Coordinatore infermieristico notificheranno i dati alla Direzione Strategica per valutare possibili percorsi di miglioramento. In linea con il mio percorso di tesi, la Regione Puglia annuncia, nel contempo, il Progetto Hospitality, Linee guida per l’accoglienza delle strutture sanitarie. Le strutture evolveranno da luoghi di cura a luoghi in cui prendersi cura.

Da questo progetto nasce una mia personale considerazione conclusiva: l’incontro con i pazienti, durante il periodo di somministrazione del questionario, ha rafforzato il concetto base UMANIZZAZIONE e lo ha contestualizzato in elementi possibili: comunicazione, relazione, informazione, indicandomi la strada da percorrere nel mio futuro professionale: I NOSTRI SAPERI DEVONO SOVRAPPORSI ED INTRECCIARSI CON I BISOGNI DEI PAZIENTI.

 

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Tesi “Human caring. Assistenza e presa in carico del paziente reumatologico. Indagine conoscitiva”

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