mi chiamo Romina Mansueto, dott.ssa in Infermieristica. L’anno scorso io e la mia collega dott.ssa Katia Abbracciante abbiamo frequentato il Master di I livello “Nursing degli accessi venosi” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, al termine del quale abbiamo prodotto una tesi. Il nostro lavoro è frutto di uno studio svolto nel reparto in cui entrambe siamo dipendenti e mira a valutare se l’impianto precoce dei Minimidline in ambiente internistico possa rappresentare una valida alternativa ai classici aghicannula in termini di aumento della permanenza in situ del dispositivo e riduzione delle complicanze.
Il reparto di Medicina è caratterizzato da pazienti complessi, spesso con scarso patrimonio venoso superficiale. Generalmente vengono utilizzati nella pratica clinica DAV (Dispositivo per Accesso Venoso) periferici classici, tipo agocannula, ma tali degenze spesso sono lunghe e necessitano la sostituzione di numerosi DAV. Questo comporta un ulteriore depauperamento del patrimonio venoso con conseguente aumento del disagio per il paziente. Una valida alternativa è rappresentata dai Minimidline, cannule periferiche lunghe, impiantate con tecnica ecoguidata da personale adeguatamente formato, che hanno una permanenza maggiore (fino a 4 settimane) se correttamente gestite. L’obiettivo dello studio è verificare se l’impianto precoce dei Minimidline sia vantaggioso per il paziente internistico, soprattutto in caso di pazienti DIVA (Difficult IntraVenous Access), rispetto ai classici aghicannula confrontando la durata media di permanenza di entrambi i presidi e segnalando l’eventuale comparsa di complicanze in seguito a giorni prolungati di terapia.
I pazienti arruolati sono stati 73, randomizzati in due gruppi: il gruppo A in cui si è impiantato il Minimidline e il gruppo B in cui si sono impiantati aghicannula.
La degenza media del gruppo A è stata di 25,3 giorni, con una permanenza media di 16,2 giorni; le complicanze si sono verificate nel 14,3% dei casi (75% dislocazioni, 25% occlusioni). La degenza media del gruppo B è stata di 21,2 giorni con sostituzione di 4,7 CVP in media; le complicanze si sono verificate nel 51,1% dei casi (dislocazioni 21,7%, occlusioni 30,4%, flebiti 47,8%).
Nonostante non si è riusciti sempre a garantire che l’impianto dei Minimidline fosse davvero precoce e malgrado la presenza di alcuni limiti di struttura, il Minimidline si è dimostrato una valida risorsa in ambito internistico. Il suo utilizzo ha riportato, infatti, una minore percentuale di complicanze e la durata maggiore di permanenza ha ridotto la necessità di numerose venipunture e conseguentemente il disagio dei pazienti.
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