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Svolta nell’osteoartrosi: biomateriali iniettabili aprono la strada a trattamenti innovativi per la rigenerazione cartilaginea

Nel costante impegno per trovare trattamenti efficaci contro l’osteoartrosi, una ricerca pionieristica della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con l’IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli e altri partner, ha ottenuto risultati promettenti. Lo studio, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista ACS Nano, introduce un innovativo approccio utilizzando biomateriali iniettabili.

L’osteoartrosi, una patologia diffusa che colpisce milioni di persone nel mondo, provoca la progressiva degenerazione della cartilagine articolare, limitando la mobilità e causando dolore cronico. Attualmente, le opzioni di trattamento si limitano spesso all’impianto di protesi d’anca o ginocchio, interventi invasivi con possibili complicazioni.

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La ricerca, svolta nell’ambito del progetto ADMAIORA (ADvanced nanocomposite MAterIals fOr in situ treatment and ultRAsound-mediated management of osteoarthritis), finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Horizon 2020, si focalizza su un biomateriale rivoluzionario. Quest’ultimo incapsula cellule staminali derivate dal tessuto adiposo, prelevate attraverso una liposuzione minimamente invasiva.

Ciò che rende unico questo biomateriale è la sua facilità di iniezione diretta nell’articolazione, contenendo nanomateriali sensibili agli ultrasuoni. Quando stimolati con ultrasuoni, questi nanomateriali sviluppano cariche elettriche che favoriscono il differenziamento delle cellule staminali in tessuto cartilagineo maturo. Inoltre, questo stimolo riduce significativamente i livelli infiammatori, un elemento cruciale considerando il ruolo dell’infiammazione cronica nell’osteoartrosi.

Leonardo Ricotti, responsabile del ‘Regenerative Technologies Lab’ dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, sottolinea l’efficacia del paradigma terapeutico dimostrato in vitro e la sicurezza a livello preclinico. Attualmente, sono in corso test preclinici di efficacia, con l’obiettivo di passare a fasi di sperimentazione su pazienti in seguito.

Il progetto ha ricevuto finanziamenti cruciali dall’Unione Europea attraverso Horizon 2020, grant agreement n. 814413. Tuttavia, per portare avanti questa innovativa terapia, sono necessari ulteriori finanziamenti, un passo che gli studiosi stanno già cercando di compiere.

Gli incoraggianti risultati ottenuti finora sono frutto della collaborazione tra competenze biologico-cliniche dell’Istituto Ortopedico Rizzoli e competenze tecnologiche e ingegneristiche della Scuola Superiore Sant’Anna. La ricercatrice Gina Lisignoli sottolinea l’importanza dell’unione di intenti e competenze nel superare le sfide del progetto.

Per ulteriori dettagli sullo studio, è possibile consultare l’articolo completo qui.

Questo significativo progresso nella ricerca scientifica apre nuove prospettive nel campo della rigenerazione cartilaginea, offrendo speranza a milioni di persone affette da osteoartrosi nel mondo.

Redazione Nurse Times

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