Con l’introduzione della figura dell’Assistente Infermiere, il settore sanitario italiano si arricchisce di un nuovo ruolo che mira a migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza ai pazienti. Approvato recentemente dalla Conferenza Stato-Regioni, l’Assistente Infermiere affiancherà gli infermieri nelle loro attività quotidiane, sia nelle strutture sanitarie pubbliche che private, alleviando parte del carico di lavoro.
L’Assistente Infermiere percepirà uno stipendio medio di circa 1.500 € netti al mese. Questa cifra può variare a seconda di diversi fattori, come la regione di lavoro, l’anzianità di servizio e la struttura sanitaria di appartenenza (pubblica o privata). Rispetto alla retribuzione di un infermiere, lo stipendio dell’Assistente Infermiere è leggermente inferiore, ma comunque competitivo all’interno del settore sanitario.
Come avviene per altre figure professionali del settore sanitario, lo stipendio di questa nuova figura può essere influenzato da diversi elementi. In particolare, la regione di lavoro gioca un ruolo importante: al Nord, dove il costo della vita è più alto, lo stipendio potrebbe essere maggiore rispetto a regioni del Sud. Anche la tipologia di struttura sanitaria e l’anzianità di servizio sono variabili che incidono sulla retribuzione mensile.
Oltre allo stipendio base, l’Assistente Infermiere ha possibilità di crescita professionale nel tempo. Accedendo a formazioni specialistiche e sviluppando competenze avanzate, può ambire a ruoli di maggiore responsabilità, con conseguenti aumenti salariali. Tra le aree di specializzazione più promettenti troviamo la gestione delle cure domiciliari e il supporto avanzato nelle strutture ospedaliere, settori in cui è richiesta un’alta competenza tecnica.
Nonostante uno stipendio simile, le responsabilità e la formazione dell’infermiere sono decisamente diverse rispetto a quelle dell’Assistente Infermiere. Gli infermieri, grazie alla formazione universitaria e alle competenze specialistiche, svolgono mansioni più complesse e di maggior peso decisionale. Tuttavia, l’introduzione dell’Assistente Infermiere potrebbe sollevare alcune preoccupazioni riguardo alla possibile sovrapposizione di ruoli e competenze tra le due figure professionali.
L’introduzione di questa figura potrebbe creare tensioni all’interno della professione infermieristica. Da anni, gli infermieri lottano per un riconoscimento delle loro competenze avanzate, come la capacità di prescrivere medicazioni avanzate, posizionare accessi vascolari o somministrare farmaci salvavita. Se la differenza salariale tra infermieri e Assistenti Infermieri si ridurrà ulteriormente, potrebbe diminuire l’attrattività del percorso di laurea in infermieristica, già penalizzato da condizioni lavorative difficili.
Un futuro ancora più torbido per la professione infermieristica.
Per accedere al ruolo, è necessaria la qualifica di Operatore Socio-Sanitario (OSS) e il completamento di un ulteriore percorso formativo. Questo corso, della durata complessiva di almeno 500 ore, prevede 200 ore di teoria, 280 ore di tirocinio e 20 ore di esercitazioni pratiche, da svolgersi nell’arco di 6-12 mesi.
Per gli OSS che non possiedono il diploma di scuola secondaria di secondo grado, ma che hanno maturato almeno cinque anni di esperienza lavorativa negli ultimi otto anni, è previsto un modulo propedeutico aggiuntivo di 100 ore per garantire una preparazione adeguata.
Redazione NurseTimes
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