L’appuntamento è fissato per lunedì, quando al Centro di Medicina e Prevenzione (Cmp) di Ravenna, con accesso sul retro della struttura, aprirà i battenti il Centro assistenza e urgenza (Cau). Gli spazi sono stati predisposti e i professionisti individuati. Tutto pronto, insomma, per quella che promette di rappresentare una piccola rivoluzione per la sanità territoriale.
Ma ovviamente al Cau non mancheranno gli infermieri, cui è riservato un compito molto delicato, come precisa Roberta Mazzoni, direttore del Distretto sanitario di Ravenna: “Abbiamo riservato al Cau una porzione di spazio che prevede un locale per l’accoglienza, una sala d’attesa dedicata, due ambulatori e una sala per osservazione e terapia, così come previsto dai requisiti regionale. All’ingresso il personale infermieristico farà un colloquio all’utente per capire quale problema l’ha portato a rivolgersi al Cau. È una fase molto importante e delicata: all’infermiere viene chiesto di riconoscere le condizioni patologiche che non possono essere trattate lì, ma che necessitano di essere indirizzate al Pronto soccorso”.
Tra i sintomi per i quali si ritiene necessario rivolgersi al Pronto soccorso figurano dolore toracico, dispnea, cefalea e disturbi neurologici gravi comparsi recentemente. “Di fronte a situazioni di questo tipo il cittadino dovrebbe attivare il 118 – spiega Mazzoni –, ma qualora si rivolgesse al Cau il personale sanitario provvederà immediatamente a fare in modo che venga centralizzato al Pronto soccorso del Santa Maria delle Croci”.
“Abbiamo fatto una stima dei volumi di attività basata sul numero di codici verdi e bianchi che si sono rivolti al nostro Pronto soccorso nel 2023. In generale, circa il 60% di tutti gli accessi nei pronto soccorso sono ’a bassa soglia’, ovvero codici verdi e bianchi, e il nostro non fa eccezione. Circa il 23% necessita di una sola prestazione, che significa circa 18mila accessi nel 2023. Con questi numeri sarebbe prevista la presenza nel Cau di un medico e due infermieri, ma visto che siamo in una fase di monitoraggio abbiamo predisposto la presenza di due medici, oltre a due infermieri. Poi vedremo in base ai volumi di attività”.
Conclude Mazzoni: “Vogliamo offrire ai cittadini un’alternativa per ricevere una risposta ai problemi a bassa complessità. Da lì sarà possibile poi accedere alle visite specialistiche. I Cau sono strutture che si affiancano al medico di medicina generale, senza sostituirlo, ma integrandolo”.
Redazione Nurse Times
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Nelle ultime ore, un importante dirigente medico del Centro di Salute Mentale dell'Azienda USL di…
L'Arnas Civico di Palermo ha indetto una selezione pubblica urgente per la formazione di una…
Approfondire la conoscenza di arbovirus, tra cui Zika, Dengue, Chikungunya, West Nile e virus meno…
Un team di ricercatori della Northwestern University, in Illinois, potrebbe aver trovato la soluzione per…
Negli ultimi anni la professione infermieristica è radicalmente cambiata. Si è assistito a un’evoluzione in…
L'Asp Ragusa ha indetto un avviso di mobilità regionale e interregionale, tra aziende ed enti…
Leave a Comment