SPECIALE LAUREE (parte 3°): intervista a Paolo Poli, Direttore e Amministratore Unico “Mugello Circuit Spa”

Paolo Poli

L’intervista a Paolo Poli

Abbiamo fatto anche una chiacchierata con Paolo Poli, che dal 2009 è Direttore e Amministratore Unico di Mugello Circuit Spa, spaziando fra mondo dei motori e sanità, e di come questi due universi, a prima vista distanti, trovino un solido punto d’incontro all’interno dell’Autodromo Internazionale del Mugello, sede quindi perfetta per una discussione di laurea in infermieristica.

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Il Direttore è stato molto gentile a concederci parte del suo tempo, e il nostro ringraziamento va anche a tutta la macchina organizzativa da lui presieduta, orgoglio sia territoriale che nazionale:

Alcune sue considerazioni riguardo a questo evento, che ormai organizzate da ben cinque anni:

“Non posso che pensarne bene. Proprio questa continuità simboleggia il modo di trovarsi bene, noi col corso di laurea e, spero, viceversa. È un piacere perché comunque la struttura ha degli spazi che sono importanti e che rispondono alle esigenze di un corso di laurea, i professori ci hanno coinvolto e noi ci siamo lasciati volentieri coinvolgere in questa organizzazione di cui ci sentiamo parte, abbiamo una prossimità col mondo sanitario importante perché la nostra attività richiede professionalità importanti nel campo medico e infermieristico, l’attività propria dell’autodromo del Mugello nel corso di prove e gare produce traumatizzati e necessita di figure professionali sanitarie di alto livello che possano intervenire tempestivamente per limitare i danni fisici alle persone. In questo grande clima di collaborazione, per noi sentirci parte del sistema formativo sanitario infermieristico non è solo importante ma lo riteniamo un privilegio per rispondere ad un’esigenza formativa e un’esigenza anche del territorio: in fondo il corso di laurea in infermieristica è la punta di diamante della formazione locale, sul territorio del Mugello, che è il nostro territorio di riferimento”.

 

Come l’Autodromo del Mugello è una punta di diamante del territorio stesso; è innegabile, anche solo per il Motomondiale ma in realtà per la serie di eventi nazionali e internazionali di automobilismo e motociclismo da voi organizzati:

“Essendo un impianto molto visibile diamo tanto al territorio, e quando il territorio stesso chiede a noi la nostra disponibilità, a maggior ragione se poi questa richiesta viene dal mondo della sanità o comunque della formazione, due comparti che ci stanno particolarmente a cuore, noi non possiamo che rispondere positivamente”.

 

Sanità e territorialità, da questi due punti di vista la valle del Mugello si può considerare come una zona “virtuosa”:

“Lo posso dire con cognizione di causa, dato che noi abbiamo la possibilità di verificare l’efficacia e l’efficienza del Sistema Sanitario Toscano, non soltanto come autodromo. L’autodromo, in quanto tale, ha un sistema sanitario privato che comunque si rivolge sempre alle aziende e alle professionalità pubbliche perché il nostro rapporto con Careggi, piuttosto che con altre realtà (dipendentemente dalla gravità del caso, n.d.a.), è continuo. Qui (al Trauma Centre dell’autodromo, n.d.a.) c’è un primo step di trattamento locale e poi il paziente viene indirizzato; e quello che a noi sorprende sempre moltissimo sono i riscontri positivi dei nostri frequentatori, magari che hanno avuto un trauma importante e provengono dall’estero, e non solo riguardo al trattamento in locale dal nostro staff sanitario, ma soprattutto per la seconda fase, quella della cura nelle strutture sanitarie toscane; i riscontri che noi abbiamo e i ringraziamenti che riceviamo sono di grandissima soddisfazione. Questo vuol dire che il “sistema autodromo” più il sistema sanitario del territorio sono capaci di sviluppare delle sinergie con delle risposte estremamente positive. Questo per noi è un motivo di orgoglio. Oggi la sicurezza nel campo degli impianti sportivi di motociclismo e automobilismo è assolutamente un’esigenza primaria e ad esempio in un motomondiale, quando riusciamo a rispondere con efficienza ed efficacia a un bisogno di soccorso tempestivo in autodromo e un secondo intervento più complesso e lungo non in locale, per noi è fondamentale anche per essere più competitivi nel nostro mercato. E per rappresentare poi, non dimentichiamocelo, il nostro Sistema-Paese a livello internazionale. Questo è un autodromo, ma nel momento in cui organizza il Gran Premio d’Italia (all’interno del Campionato del Mondo di motociclismo, n.d.a.), rappresenta nel mondo le capacità organizzative e le professionalità di un Paese intero. Non si chiama “Gran Premio d’Italia” a caso, è perché in quel contesto abbiamo come paragone e veniamo misurati rispetto sia alla qualità organizzativa, della pista, della sala stampa ma anche e, in certi e particolari momenti di criticità, soprattutto sulla qualità degli interventi sanitari locali e successivamente territoriali.

Prendiamo come esempio l’incidente di Valentino Rossi: un esempio positivo di quanto il sistema sinergico Autodromo del Mugello-Toscana abbia saputo rispondere a una grossa sollecitazione. Era il 2011 quando Valentino Rossi nelle prove di sabato si fratturò la gamba destra con una rottura scomposta ed esposta di tibia e perone; un intervento – in collegamento con 240 milioni di spettatori nel mondo, con il rischio sul pilota, si può dire, più importante di sempre della storia del motociclismo moderno – poteva, se non trattato con la dovuta tempestività, efficacia e qualità, avere delle conseguenze d’immagine terrificanti. Cosa che non è stato. L’incidente è stato importante, severo, in un momento di massima visibilità mondiale; in quei momenti non ti puoi permettere di sbagliare una virgola. Mai lo devi fare, ma a maggior ragione con un personaggio che fa da cassa di risonanza mondiale, in bene o in male, per un intero movimento. In quel momento, sia in locale è stato gestito al meglio e con lui deciso il percorso, che poteva essere diverso: spesso si sente parlare che questi personaggi si affidano a professori e specialisti di fama mondiale in cliniche private; invece no, anche grazie a un rapporto di fiducia che si viene a instaurare fra il paziente e l’equipe sanitaria, ha deciso che era meglio seguire il percorso da noi suggerito, che era quello di approcciare la struttura sanitaria pubblica di Firenze (Valentino venne operato a CTO di Careggi, n.d.a.) dove fu infatti trasferito, trattato, operato, e da cui poi è uscito con tanto di ringraziamenti e di lodi al Sistema Sanitario toscano perché, sotto quella forte sollecitazione e in quel momento specifico, si è avuto un risultato positivo. È questa la grande partecipazione fra pubblico e privato che permette, grazie alle professionalità, grandi risultati e che ci può far affermare che la sanità toscana, dal punto di vista dell’approccio all’emergenza, è un’eccellenza a livello internazionale. Ed è lo stesso modo in cui trattiamo personaggi che non hanno la caratura di Valentino; appassionati, motociclisti, chiunque utilizzi la struttura, i riscontri che abbiamo sono di un livello estremamente elevato”.

 

Anche tutti i riconoscimenti a livello internazionale che l’autodromo ha e ha avuto, non sono altro che il riflesso dei servizi forniti dall’autodromo:

“Infatti i riconoscimenti sono la risposta a un prodotto, a un sistema-autodromo, composto da tutte le professionalità che operano al suo interno, e tutte le professionalità che l’Italia mette in campo, nello specifico la sanità toscana, ed è un bel modo di rispondere alle sollecitazioni italiane ma anche internazionali; ecco perché è normale per noi ospitare la discussione delle tesi di un corso di laurea in infermieristica, perché è la possibilità intanto di legare ancora di più col territorio e con le persone, e anche perché facciamo parte di un “sistema sanità” di cui ci sentiamo attori, e là dove non lo siamo in prima persona, vogliamo esserlo come supporto alle future professionalità sanitarie che torneranno un domani a far parte di questo sistema”.

 

Collegandomi a questa sua affermazione, come ultima considerazione le chiedo di fare un augurio ai neolaureati in infermieristica:

“L’augurio che faccio, e che si somma a tutti quelli fatti oggi, è che possano mettere in pratica gli insegnamenti che i propri professori hanno dato loro. Professori e tutor che ho visto emozionati quanto e se non più dei ragazzi stessi, e che vedono in questi studenti la continuità della loro voglia di fare per gli altri. E quindi io spero tanto di trovare questi ragazzi e ragazze di oggi protagonisti nel loro settore, e magari spero anche di trovarli un domani pronti per tornare in Autodromo, con la loro alta professionalità, a dare ulteriore qualità al sistema-Toscana, perché poi sia anche rappresentativo di un sistema-paese che funziona”.

Marco Parracciani

Redazione Nurse Times

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