Gentile Direttore,
mi chiamo Rosetta Gerundino, neolaureata in Infermieristica all’Università degli Studi del Molise.
Desidero portare alla vostra attenzione il mio elaborato dal titolo “Ecografia transesofagea durante la rianimazione: revisione e valutazione dell’applicabilità extraospedaliera”.
INTRODUZIONE – L’arresto cardiaco è una delle principali cause di morte nel mondo e ha un grande impatto sulla salute pubblica. Si registrano, in particolare, tassi di incidenza extraospedalieri di 92,3 su 100.000 abitanti negli Stati Uniti; dati che hanno subito un significativo aumento con la pandemia da Covid-19. La sopravvivenza si attesta intorno al 7 – 10 % che aumenta al 50 – 74 % con l’applicazione precoce delle corrette manovre rianimatorie.
Lo scopo della revisione è l’individuazione delle linee guida più recenti nonché l’analisi delle evidenze per valutare una possibile introduzione dell’ecografia transesofagea routinaria durante l’arresto cardiaco.
È stata effettuata una revisione della letteratura partendo dalle risorse disponibili presso la Biblioteca d’Ateneo, passando poi per database come Pubmed e Scopus ed utilizzando parole chiave come: cardiac arrest, out of hospital, American Heart Association, OHCA, ECPR, dispatch, early defibrillation, point of care, ultrasound, post-arrest care, transesophagel echocardiography, ROSC; nonché operatori boleani come AND e OR.
Gli ultimi aggiornamenti dell’AHA al 2020 riportano l’importanza del riconoscimento rapido da parte dei dispatcher dell’AC (entro 60 secondi), la necessità di una RCP e defibrillazione precoce, nonché la somministrazione di adrenalina il prima possibile e la necessità di preferire la via endovenosa a quella intraossea.
Dall’analisi delle evidenze sulla TEE, quest’ultima risulta essere una tecnica con le potenzialità di aumentare i tassi di sopravvivenza, con la possibilità di identificare il ritmo cardiaco e le cause reversibili di arresto. Tuttavia, alcuni limiti, come il costo delle attrezzature e la necessità di corsi di formazione per medici e infermieri nonché la necessità di sviluppare un protocollo ufficiale, ne condizionano l’utilizzo.
La TEE potrebbe essere un importante adiuvante nelle manovre rianimatorie. Si spera che l’avanzare delle tecnologie comporti una riduzione dei costi e che la letteratura continui a produrre miglioramenti al fine di introdurla come tecnica routinaria durante la rianimazione avanzata.
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