Lo sfogo di Giuseppe Saragnese “Medici, infermieri, Oss, tecnici prima fannulloni poi eroi, poi untori, insultati dai no vax e picchiati nei centri ospedalieri”

Giuseppe Saragnese è infermiere e delegato Rsu Cgil nella ASST-PG23 Bergamo

Chi la vive dal di dentro, nella prima linea di questa emergenza sanitaria, non tocca con mano solo la pandemia da coronavirus ma anche quella che, in maniera platica, viene definita anche “pandemia salariale”.

Lo scrive, sulla pagina facebook del nostro giornale, Nurse Times, Giuseppe Saragnese, infermiere e delegato Rsu Cgil nella ASST-PG23 Bergamo.

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La città simbolo della prima ondata pandemica, come ricorda lo stesso Saragnese, rilanciando quello che in questi giorni è emerso dalla consulenza realizzata dal professor Andrea Crisanti per conto della Procura di Bergamo: la mancata zona rossa in quella provincia ha provocato migliaia di morti nella prima ondata pandemica.

Saragnese cita anche l’articolo apparso sul prestigioso giornale inglese “The Lancet” nel quale si fa un’approfondita indagine sul disastro pandemico che ha colpito la Val Seriana, la provincia di Bergamo e, in pratica, tutta la Lombardia.

“La mancata attuazione della zona rossa – scrive Saragnese – ha delle precise responsabilità. Ma anche il mancato aggiornamento del piano anti pandemia da parte del Governo italiano ha lasciato il personale sanitario (in quella prima ondata n.d.r.) senza dispositivi di protezione individuale e materiale per la respirazione artificiale, provocando tanti morti tra i cittadini e, al tempo stesso, nel personale sanitario”.

Quadro drammatico quello descritto da Saragnese nel suo lungo intervento, al quale si associa una situazione “desolante”: la cosiddetta pandemia economica.

“Le famiglie, anche in questo caso, ne sono state travolte” e il personale sanitario non ne è stato risparmiato: “E’ stato travolto (il personale sanitario n.d.r.) da una situazione emergenziale che ormai è diventata ordinaria: il personale è al collasso, non c’è la fa letteralmente più.

Medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici prima erano fannulloni poi eroi, poi untori e infine lavoratori garantiti, insultati dai no vax e picchiati nei centri ospedalieri”.

Fotografia quanto mai realistica, resa ancor più drammatica dagli organici sottostimati in termini di fabbisogno.

E due anni, aggiunge Saragnese, sono passati invano: “Non c’è stato nessun provvedimento governativo e regionale in tema di assunzione di personale, nessun provvedimento in tema di potenziamento della sanità pubblica territoriale.

La Regione Lombardia intanto approva una legge regionale (una sorta di controriforma sanitaria) con cui darà in mano ai privati le cosiddette case della salute, senza sapere con quale personale” viste le carenze di organici.

Con la quarta ondata pandemia, provocata dalla variante Omicron, per certi versi si è tornato indietro di due anni: reparti ospedalieri che tornano a riempirsi, Pronto soccorso al collasso e farmacie prese d’assalto per l’esecuzione dei tamponi.

E il personale sanitario, denuncia Saragnese, è stato catapultato indietro di due anni: “Ferie bloccate, part time a cui viene chiesto/imposto di diventare full time, aumento dei carichi di lavoro con rischio per la sicurezza dei lavoratori lasciati soli allo sbaraglio, con le direzioni aziendali che fanno quello che vogliono, con sindacati per lo più latitanti ormai in narcosi permanente (vedasi le trattative per il rinnovo contrattuale che non da risposte ne sul piano professionale che economico, con ridicole quote salariali nonostante l’impegno assistenziale in questi due anni di pandemia)”.

Così diventa beffarda, secondo Saragnese, la lettera di questi giorni, a firma della Fnopi (la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche) con la quale si sostiene di “stare dalla parte degli infermieri” nuovamente dimenticati ora che andava discusso un giusto riconoscimento professionale ed economico.

Una iniziativa tardiva, a leggere lo sfogo di Saragnese, che chiude il suo lungo intervento invitando i lavoratori a fare fronte comune e rispondere adeguatamente ad una situazione nella quale ad ognuno (Governo, sindacati, ordini professionali) viene rimproverata una dose di responsabilità.

Redazione Nurse Times

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