Una recente sentenza della Corte di Cassazione, sezione lavoro, ha stabilito che la retribuzione delle ferie annuali deve coincidere con la retribuzione ordinaria, includendo tutte le indennità accessorie. Questa decisione, contenuta nella sentenza n. 14089 del 21 maggio 2024, segna un importante passo avanti per la tutela dei diritti dei lavoratori.
Il caso è nato a seguito di una decisione della Corte di Appello di Torino che aveva respinto la richiesta di un dipendente. Quest’ultimo reclamava il diritto a percepire, durante il periodo di ferie, lo stesso trattamento economico percepito per il lavoro ordinario. La sua richiesta si basava sulle direttive della Corte di Giustizia Europea, specificatamente sulla sentenza Williams del 2011 (causa C-155/10), che imponeva di considerare “qualsiasi incomodo intrinsecamente collegato alle mansioni” per determinare la retribuzione durante le ferie.
Accogliendo il ricorso del dipendente, la Corte di Cassazione ha ribadito che la retribuzione delle ferie annuali deve riflettere quella ordinaria, in conformità con l’art. 7, n. 1, della Direttiva 2003/88/CE. La Cassazione ha citato la necessità di garantire una situazione retributiva durante le ferie che sia sostanzialmente equiparabile a quella ordinaria, per evitare che una riduzione della retribuzione possa dissuadere i lavoratori dall’esercitare il diritto alle ferie.
Secondo la Corte, la retribuzione durante le ferie deve comprendere qualsiasi importo pecuniario collegato all’esecuzione delle mansioni e correlato allo status personale e professionale del lavoratore. Questo principio è stato già affermato in precedenti sentenze (Cass. n. 18160/2023 e Cass. n. 13425/2019).
La sentenza n. 14089/2024 della Corte di Cassazione rappresenta una vittoria significativa per i lavoratori italiani, garantendo che non subiscano penalizzazioni economiche per aver usufruito delle ferie. La retribuzione durante le ferie deve essere pari a quella ordinaria, includendo tutte le componenti retributive connesse alle mansioni del lavoratore, promuovendo così l’effettivo godimento di questo diritto fondamentale.
Redazione Nurse Times
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