Il comunicato degli Opi della Lombardia:
“Vogliamo assumere 500 infermieri dal Sud America”
“Rientro dei medici dall’estero e reclutamento degli infermieri da altri paesi”
Questi i titoli degli ultimi interventi pubblici dell’Assessore all’Welfare Dott. Bertolaso.
I dati OCSE del 2022 determinano una carenza di personale infermieristico lombardo di circa 9.000 unità, dato sicuramente aumentato nel 2023, tenuto conto di pensionamenti e abbandoni dal sistema sanitario pubblico e privato ed espatri (circa 4000 unità all’anno).
L’infermieristica è una professione intellettuale, riconosciuta come una delle colonne portanti del sistema salute; le nostre università ogni anno formano infermieri (circa 2000 in Lombardia) con preparazione eccellete che sempre più spesso emigrano verso paesi esteri (la Svizzera ad esempio) alla ricerca di condizioni lavorative, organizzative, welfare e stipendi migliori.
Sono questi i fattori su cui bisogna puntare per incentivare i giovani ad iscriversi ai corsi di laurea in infermieristica e per cercare di trattenere i professionisti nella nostra regione. Il reclutamento di professionisti dall’estero non è una novità per l’Italia (basti ricordare gli anni 80-90) e non è l’unica soluzione per coprire la carenza di personale e soddisfare il crescente bisogno di salute dei nostri cittadini!
La proposta di far rientrare i medici dall’estero è un tentativo da percorrere ma è un errore pensare di risolvere la carenza di infermieri puntando solo sul reclutamento da altri paesi! Questa affermazione svaluta i professionisti lombardi e incentiva l’allontanamento dalla nostra Regione. Perché non agire applicando (ad esempio) la formula del decreto legge 34 del 2019 “rientro dei cervelli” che prevede agevolazioni fiscali, per i professionisti della sanità infermieri e medici?
L’iniziativa non da ultimo, contiene un serio problema etico, si vanno a sottrarre risorse importanti per la salute proprio a quei Paesi che già hanno sistemi sanitari insufficienti e in difficoltà.
Un sistema che non valorizza i propri professionisti non tutela neppure la salute dei propri cittadini.
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