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Medici e veterinari: nuovo sciopero il 18 dicembre. E gli infermieri?

Lunedì 18 dicembre medici, veterinari e operatori sanitari pubblici torneranno in sciopero per protestare contro la Legge di Bilancio e difendere il Servizio sanitario nazionale. Sono quattro le sigle sindacali che hanno indetto una mobilitazione in diverse città italiane e un presidio a Roma,m nei pressi del ministero della Salute, in piazza Castellani. Si tratta di Aaroi-Emac, Fassid, Fvm e Cisl Medici. Si prevedono disagi in tutti i servizi ospedalieri e territoriali e nella filiera agro-zootecnica-alimentare. Qualora la protesta restasse inascoltata, la mobilitazione proseguirà dopo l’Epifania.

“Stavolta – spiega Alessandro Vergallo, di Aaroi-Emac – daremo un segnale molto più deciso che in qualsiasi altra protesta che abbiamo mai intrapreso, nonostante, per quanto concerne i colleghi dipendenti pubblici rappresentati dall’Aaroi-Emac, nessun medico di turno in Ps o nel 118, in quanto operante in servizi al 100% essenziali, potrà far sciopero. Parliamo di almeno 12mila contingentati, quindi poco meno del 10% del totale dei dirigenti, mentre gli anestesisti rianimatori sono circa 14mila, quindi poco più del 10%. Ma almeno il 40% di costoro sarà contingentato, almeno il 25% sarà fuori servizio per ferie, mentre il 5% circa non sciopererà per la tutela dei pazienti fragili. Quindi meno di 4.200 anestesisti rianimatori saranno da noi chiamati a scioperare.

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Prosegue Vergallo: “Se scioperassero tutti questi 4.200 anestesisti rianimatori, iscritti o meno all’Aaroi-Emac, sarebbero ‘solo’ il 3% del totale dei dirigenti medici e sanitari, la cui adesione allo sciopero sarà conteggiata ai fini statistici dalla Funzione pubblica. Ma la statistica non inganni: a quest’adesione apparentemente minima corrisponderebbe il 100% delle adesioni possibili per la specialità, che basterebbe di per sè a far saltare tutti gli interventi chirurgici ordinari, almeno 25mila su scala nazionale”.

E ancora: “Ciascun anestesista rianimatore assente per sciopero renderà comunque inutile la presenza di almeno altri sette/otto lavoratori, amplificando a valanga gli effetti della nostra protesta, che saranno ancora più imponenti grazie alla concomitante astensione dal lavoro dei dirigenti rappresentati dalle altre tre sigle, e in aggiunta da tutti i colleghi che ne condividono e ne sostengono le ragioni comuni”.

Sempre Vergallo: “Questo sciopero sarà per il 2023 la punta di diamante della raffica coordinata di proteste sindacali che per la sanità. Sono state organizzate l’una a ridosso delle altre in questi due mesi di novembre e dicembre, come mai successo prima, ma qualora la Legge di Bilancio non sia emendata come chiediamo noi siamo già pronti a replicarlo a gennaio, raddoppiandone durata e disagi”. 

Tra le motivazioni alla base della mobilitazione: “Il mantenimento del tetto alle assunzioni di nuovo personale della Legge di Bilancio 2024, l’assenza di misure per stabilizzare i precari, l’ennesimo sottofinanziamento del Fondo sanitario nazionale e del prossimo Ccnl e il mancato riconoscimento della specificità del lavoro dei professionisti. Tutto questo testimonia la mancanza di volontà di ridurre la fuga dal pubblico impiego nel Ssn pubblico, ancora una volta spogliato del suo patrimonio economico e professionale, mentre viene favorito il lucro dei grandi gruppi privati e l’ingrasso delle cooperative attraverso il caporalato dei gettonisti”.

Nulla si è fatto, infine, per rimuovere l’iniquo differimento della restituzione del TFS/TFR ai pubblici dipendenti che vanno in quiescenza, mentre i tentativi di emendare gli espropri alle loro pensioni di vecchiaia penalizzano ulteriormente sia chi ha già pagato i riscatti di laurea e specializzazione sia coloro i quali avrebbero avuto intenzione di pagarli per poter anticipare la propria quiescenza per anzianità, andando a colpirli tanto più duramente quanto più sono oggi in giovane età”.

Dice Aldo Grasselli, presidente della Fvm (Federazione veterinari, medici e dirigenti sanitari): “Il 18 dicembre ci sarà il terzo sciopero del personale sanitario. In questo caso medici, veterinari, farmacisti, psicologi e biologici, che sciopereranno perché la delusione è forte. Il Governo aveva promesso tante cose. L’attuale maggioranza, in campagna elettorale, aveva perfettamente in chiaro gli impegni che aveva preso, e non li sta mantenendo”.

Sempre Grasselli: “Non si è visto un riconoscimento del ruolo del personale sanitario, cioè di coloro che sono stati chiamati eroi, ma sostanzialmente le condizioni in cui lavorano sono sempre più penose. Nello stesso tempo, anziché migliorare le condizioni di lavoro, vengono peggiorate le loro pensioni. Cosa inaccettabile e che abbiamo rigettato fortemente. Dopo aver sentito parlare il presidente e il vicepresidente del Consiglio dei ministri di modifica della Fornero, invece abbiamo un trattamento pensionistico che è peggiorativo rispetto alla stessa Fornero”.

Redazione Nurse Times

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