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L’infermiere militare Camillo Borzacchiello nominato Ufficiale della Repubblica Italiana

“Per essersi distinto nell’aver acquisito benemerenze nella propria vita lavorativa, in attività svolte a fini sociali e umanitari o per i lodevoli servizi svolti nelle carriere civili e militari”. È questa la motivazione con la quale l’infermiere militare Camillo Borzacchiello, Primo Luogotenente dell’Aeronautica Militare in servizio allo Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze, ha ricevuto il titolo di Ufficiale della Repubblica Italiana. La cerimonia di consegna è avvenuta il 2 giugno a Firenze, all’Arengario, dopo la lettura del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Borzacchiello, 55 anni, di origini napoletane, è a Firenze dal 1993, quando si è iscritto all’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze-Pistoia. Primo Luogotenente infermiere, ha svolto la sua attività per vent’anni in un centro trasfusionale, per poi passare a lavorare allo Stabilimento chimico farmaceutoico militare a Firenze. Un’occupazione chè già nel 2017 gli è valsa il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per l’impegno nel sociale svolto a servizio dei “farmaci orfani” (usati da poche persone).

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Borzacchiello, inoltre, fa parte del Comitato Nazionale Malattie Rare del Ministero della Salute e ha partecipato ai tavoli tecnici per la redazione del Piano Nazionale Malattie Rare (2013-2016, 2023-2026).

“La mia è una figura infermieristica diversa dal solito e il mio operato punta a garantire la continuità terapeutica – spiega Borzacchiello, che è anche il capo unità per la distribuzione dei farmaci orfani e cannabis medica -. Per me è stata un’emozione unica ricevere questo ulteriore riconoscimento, a conferma dell’atttenzione rivolta verso chi, con impegno e costanza, opera dalla parte di chi ha bisogno. L’attività degli infermieri è una missione che va vissuta e gestita come tale”.

Sempre Borzacchiello: “Ci tengo a sottolineare che le malattie rare in Italia sono definite tali quando hanno un’incidenza di cinque casi su 10mila, numeri minimi se raffrontati con altre patologie. Pazienti che necessitano della dignità delle cure come tutti gli altri. Il mio è un lavoro che non si è mai arrestato, neanche durante la pandemia, quando mi sono recato in diversi ospedali nazionali per consegnare i ‘farmaci orfani’ di nostra produzione”.

Commenta David Nucci, presidente di Opi Firenze-Pistoia: “A nome del nostro Ordine faccio i complimenti al nostro iscritto. Riconoscimenti come questo gratificano l’intera categoria e sono da stimolo per continuare in ogni situazione, e nel migliori dei modi, a prenderci cura dei pazienti”.

Redazione Nurse Times

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