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Liste d’attesa, Castellone (M5S): “Dal Governo il solito gioco delle tre carte”

“Il decreto del Governo sulle liste d’attesa è il solito gioco delle tre carte: non avendo il coraggio di reperire le risorse lì dove ci sono, le misure necessarie vengono inserite in un disegno di legge, che chissà quando vedrà la luce. Quello che resta nel decreto è ben poco e a costo zero: la riduzione delle liste d’attesa è solo nel titolo”. Così, in una nota, Mariolina Castellone, senatrice del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari sociali e vicepresidente del Senato, intervistata da La Notizia.

“Il punto – prosegue Castellone – è che il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di personale: questa è la carenza più drammatica che abbiamo. Qualsiasi decreto per ridurre le liste d’attesa che non preveda l’assunzione di personale è pura propaganda. Noi abbiamo proposto, anche in manovra, moltissimi emendamenti che provavano a dare soluzioni su come ridurre le liste di attesa, partendo dal presupposto che tutti gli interventi efficaci devono comunque operare su due fronti: da una parte assumere personale, dall’altra spostare alcune prestazioni dagli ospedali al territorio. Per fare quest’ultima cosa, uno strumento ce l’abbiamo: completare la riforma della sanità territoriale prevista nel Pnrr. Purtroppo, vedere che ad oggi il Governo è riuscito a spendere solo il 4% dei fondi destinati alla salute è sconfortante”.

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Sempre Castellone: “Il problema è che non ci sono soldi, perché non si vogliono prendere dove ci sono, dall’evasione fiscale agli extra-profitti. I provvedimenti di questo Governo sono tutti a costo zero. In momenti di grande fragilità sociale come quello che stiamo vivendo, in cui la sanità è un bene di lusso, servirebbe il coraggio di prendere le risorse lì dove si annidano. Ma questo Governo, questo coraggio, evidentemente non lo ha. Apprezziamo alcune cose, come ad esempio il Cup nazionale, che era anche una nostra proposta in manovra. Ma il resto, quello che serve alla sanità, non c’è. Non ci sono i soldi per il personale. Non ci sono vincoli per i direttori generali sulla riduzione delle liste d’attesa. Non c’è nulla per la medicina generale”. 

Conclude Castellone: “Quando abbiamo fatto le audizioni per la legge di Bilancio tutte le categorie delle professioni sanitarie ci hanno detto che lavorare più di quanto facciano ora non è possibile. E infatti i soldi stanziati per accorciare le liste d’attesa sono rimasti in gran parte inutilizzati. Perché non basta pagare di più gli straordinari o tenere aperti di più gli ambulatori. Non basta costringere a lavorare di più quello stesso personale che è già stremato. Bisogna incrementare gli organici. Aumentare ulteriormente il tetto per il privato convenzionato, come è stato fatto in legge di Bilancio, sembra invece la solita ricetta di questo Governo, che continua a strizzare l’occhio alla sanità privata, anziché fare ciò che serve alla sanità pubblica”.

Redazione Nurse Times

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