Questi ormoni lavorano insieme al mantenimento dell’equilibrio e della crescita del nostro organismo oltre che allo sviluppo dell’energia sotto forma di calore.
Gli ormoni tiroidei sono molecole in grado di regolare il metabolismo (il modo in cui il corpo usa l’energia assunta con la dieta) di ogni organo del corpo, oltre ad avere influenze su:
Quando questi ormoni mancano si nota nell’organismo una tendenza allo “spegnimento” con una evidente sindrome da affaticamento (è il caso dell’ipotiroidismo) o, al contrario, se vengono prodotti in eccesso (è il caso dell’ipertiroidismo) con una grande, eccessiva, sferzata di energia.
L’ipotiroidismo può manifestarsi con i seguenti segni e sintomi:
L’ipertiroidismo può manifestarsi con i seguenti segni e sintomi:
Gli esami sono poi fondamentali anche per monitorare l’andamento dell’eventuale patologia diagnosticata e/o la risposta ai farmaci.
Gli esami utili per diagnosticare l’ipotiroidismo (carente produzione di ormoni) o l’ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni) sono:
Si tratta di analisi del sangue prescritte dal medico per diagnosticare se la persona soffre di una malattia che interessa la tiroide e per trattarla con le cure opportune.
Alle analisi di laboratorio spesso si affianca una ecografia alla tiroide come approfondimento che “fotografa” la struttura del tessuto tiroideo e evidenzia se la tiroide è ingrossata, se ci sono noduli etc…
Come si fa l’esame
Si tratta di analisi di laboratorio che consistono in un semplice prelievo di sangue e che non richiedono alcuna specifica preparazione, fatta eccezione del digiuno che serve per evitare che il cibo interferisca con il risultato. L’assunzione di farmaci non influenza l’esito dell’analisi, tranne quelli specifici per la cura delle malattie della tiroide. Se si sta seguendo una cura, è consigliabile, quindi, avvisare il medico.
Se il risultato è più alto dei valori normali (generalmente per entrambi gli ormoni) significa che la persona soffre di ipertiroidismo, la cui forma più comune è il morbo di Basedow, una malattia che causa una elevata produzione di questi ormoni perché la tiroide è stimolata da anticorpi “impazziti” che la bersagliano. In altri casi può essere causato, invece, da noduli alla tiroide.
Se il risultato, invece, è più basso rispetto ai valori normali, si tratta di ipotiroidismo, cioè di una riduzione della funzionalità della tiroide con conseguente carente produzione di ormoni. Molto spesso, però, i valori risultano nella norma anche se si soffre di ipotiroidismo. In ogni caso, questa malattia può essere presente fin dalla nascita, ma manifestarsi in età adulta oppure può essere dovuta alla tiroidite di Hashimoto, cioè l’organismo in seguito ad una infezione della tiroide produce anticorpi contro questa ghiandola, che appare, così, ridotta di volume.
sono esami molto sensibili e specifici, il cui valore non viene alterato da condizioni particolari in cui ci si trova, come, per esempio, una gravidanza in cui il valore dell’ormone T3, invece, può essere anomalo senza che vi sia, in realtà, un problema alla tiroide.
il loro valore è normale quando il risultato oscilla tra lo 0.8 e i 2 nanogrammi per millilitro di sangue nel caso dell’ormone T3 e tra 4.5 e 12 nanogrammi per decilitro di sangue nel caso dell’ormone T4.
Generalmente il suo valore è alterato ed è molto alto quando la persona soffre di ipotiroidismo. E’ un test molto sensibile in cui si possono osservare valori elevati ancor prima che siano diminuiti i valori dell’ormone T4.
Un suo valore molto basso vicino allo 0.1 nano Unità per millilitro di sangue, indica la presenza di ipertiroidismo.
Anche la rilevazione degli anticorpi anti-tireoglobulina – la proteina tiroidea usata dalla ghiandola per produrre gli ormoni T3 e T4 – rientrano nelle malattie autoimmuni a danno della tiroide.
Anche gli anti-Tg sono immunoglobuline circolanti dirette contro la tireoglobulina, e quindi sono, se presenti in concentrazioni oltre la norma, soprattutto un segnale di malattie come il morbo di Basedow-Graves e le tiroiditi autoimmuni. Tuttavia, una positività a questo test si ritrova anche nel 10% della popolazione sana, ragion per cui i risultati vanno sempre incrociati con altri esami specifici, come ad esempio l’anti-TPO.
I valori considerati nella norma per uomini e donne si situano tra 0 e 60 unità per millilitro di sangue.
Uno dei pericoli maggiori per la nostra tiroide è quello di diventare “bersaglio” di attacchi immotivati da parte del nostro stesso sistema immunitario.
Molte malattie croniche a carico di questa ghiandola sono proprio di natura autoimmune. Per scoprire se qualcosa del genere sta accadendo nei tessuti della tiroide, possiamo fare un semplice test del sangue per rilevare la presenza di specifici anticorpi contro la tireoperossidasi, una proteina enzimatica presente nel citoplasma delle cellule dei tessuti tiroidei che ha lo scopo di inibire l’eccessiva produzione di ormoni T3 e T4. Anticorpi (detti immunoglobuline) diretti contro questa sostanza li troviamo nelle persone con malattie della tiroide di natura autoimmune, in particolare la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Basedow-Graves. C’è anche da dire che valori elevati di anticorpi anti TPO sono fisiologici in gravidanza.
I valori normali di anti-tireoperossidasi sono (per uomini e donne): da 0 a 60 unità per millilitro di sangue.
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