Home Cittadino Esami del sangue per valutare lo stato di salute del fegato: quali sono e come interpretarli
CittadinoEsami di laboratorio

Esami del sangue per valutare lo stato di salute del fegato: quali sono e come interpretarli

Condividi
Esami del sangue per valutare lo stato di salute del fegato: quali sono e come interpretarli
Condividi

Il fegato è un organo-ghiandola, il più grande del corpo umano, posizionato nella parte alta della cavità addominale, a destra, proprio sotto il diaframma e dietro lo stomaco. La sua forma ricorda quella di un triangolo con il vertice in basso, formato da due lobi, destro e sinistro.

La funzione principale del fegato è quella che riguarda la capacità di ripulire il corpo dalle scorie. Esso da una parte contribuisce, attraverso la bile, alla digestione dei grassi ed è coinvolto nel metabolismo di proteine e carboidrati, e dall’altra libera l’organismo dai rifiuti.

Proprio perché il fegato funge da filtro delle sostanze che introduciamo nel nostro corpo, è continuamente interessato da materiali di scarto. Maggiore è la quantità di elementi nocivi che introduciamo, più è facile che il fegato vada incontro ad affaticamento e intasamento. Suoi nemici sono: i cibi molto grassi, i farmaci e gli alcolici se assunti in grandi quantità. Lo stile di vita e l’alimentazione sono quindi fondamentali per mantenere in salute quest’organo.

Potremmo dire che il fegato svolge un po’ il “lavoro sporco” dell’organismo.

Una straordinaria capacità del fegato è quella di autorigenerarsi, anche in un organismo adulto, ad esempio dopo un intervento chirurgico in cui una sua parte sia stata asportata.
Questa caratteristica permette anche a un organo rallentato o (in parte), danneggiato, di riprendersi con le opportune stimolazioni e terapie. In generale adottare buone abitudini quali seguire una dieta sana, bere poco alcool e non fumare, oltre a svolgere attività fisica per mantenere veloce il metabolismo, sono in grado di rimettere in sesto anche un fegato in difficoltà.
L’importante è capire quando (e quanto) si è a rischio, e l’unico strumento che possediamo per farlo è sottoporci agli esami del sangue per la funzionalità epatica di quando in quando, anche solo quelli di routine. Ma approfondiamo il discorso analizzando tutti i test ematici utili a capire se il nostro fegato funziona correttamente o meno. 

Gli esami del sangue o “pannello epatico” misura gli enzimi, le proteine e diverse sostanze prodotte dal fegato. Alcune di esse vengono sintetizzate direttamente dalle cellule malate, mentre altre rispecchiano le alterazioni della funzionalità dell’organo. Nel complesso gli esami del quadro epatico danno al medico un’idea dello stato di salute del fegato, indicano la gravità delle lesioni, fanno capire come si modifica lo stato di salute dell’organo e danno indicazioni sugli ulteriori accertamenti da eseguire.

Il pannello epatico è quindi un insieme di analisi eseguite nello stesso tempo e stesso campione di sangue che consente di valutarne lo stato di salute.

Preparazione al prelievo di sangue

Per eseguire il prelievo si sangue può essere richiesto al paziente di digiunare (non mangiare e bere nulla tranne acqua) nelle 8 ore precedenti al test. É importante seguire le istruzioni fornite dal personale sanitario ed informare il clinico in merito all’assunzione di farmaci (prescritti e da banco), prodotti fitoterapici, vitamine ed integratori che potrebbero influire sul risultato del test.

Questi sono gli esami del sangue che si possono eseguire:

  • Alanina aminotransferasi (ALT). È un enzima che si trova principalmente nel fegato. Quest’esame è il più affidabile per diagnosticare l’epatite.
  • Fosfatasi alcalina (ALP). È un enzima prodotto dai dotti biliari, ma anche dalle ossa, dall’intestino e dalla placenta durante la gravidanza. Spesso è più alto del normale se i dotti biliari sono ostruiti.
  • Aspartato aminotransferasi (AST). È un enzima che si trova nel fegato e in alcuni altri organi, soprattutto nel cuore e negli altri muscoli.
  • Bilirubina. In molti casi vengono eseguiti contemporaneamente i due esami della bilirubina, in particolare se il paziente ha l’ittero: la bilirubina totale misura la quantità di bilirubina totale nel sangue, mentre la diretta misura la bilirubina coniugata (combinata con un altro composto chimico) presente nel fegato. Alti livelli di bilirubina(iperbilirubinemia) possono riflettere malattie del fegato ( epatite, cirrosi) o anche anemia ematica. Se gli altri valori di funzionalità epatica sono nella norma, un aumento di bilirubina può indicare la sindrome di Gilbert. Un eccesso di questa sostanza conferisce alla cute il colore giallo dell’ittero.
  • Albumina. È la principale proteina prodotta dal fegato. Il livello dell’albumina può variare a seconda della funzionalità del fegato e dei reni, perché ne viene prodotta di più o eliminata di più.
  • Proteine totali (TP). Quest’esame misura l’albumina e le altre proteine nel sangue, compresi gli anticorpi prodotti dall’organismo per combattere le infezioni.
  • Gammaglutamil transferasi (GGT). La gamma-GT è un altro enzima che si trova perlopiù nelle cellule del fegato.
  • Lattato deidrogenasi (LDH). È enzima prodotto dalle cellule di tutto l’organismo quando subiscono delle lesioni.
  • Tempo di protrombina (PT o tempo di Quick). Il fegato produce le proteine coinvolte nel processo di coagulazione del sangue; il tempo di protrombina misura la velocità di coagulazione del sangue quindi, se non rientra nei valori normali, può indicare che il fegato ha qualche problema.
  • Fosfatasi alcalina (ALP). E’ un enzima presente nelle cellule dello strato più interno dei dotti biliari, ma anche in altri tessuti del corpo come ossa, reni , intestino e nella placenta in gravidanza. Il test dell’ALP è utile per rilevare l’occlusione dei dotti biliari; alti livelli di fosfatasi alcalina devono essere interpretati in combinazione agli altri test specifici per le malattie epatiche. Un aumento di questo enzima nel sangue può infatti essere conseguenza di malattie ossee come tumori alle ossa o il morbo di Paget.

Altri esami

Potrebbe essere utile eseguire altri numerosi esami più specifici, per esempio:

  • anticorpi e antigeni per la diagnosi di epatiti virali,
  • autoanticorpi per la diagnosi di malattie autoimmuni,
  • ferro, ferritina e transferrina per la diagnosi dell’emocromatosi,
  • esame delle urine
  • e molti altri.

Sono moltissime le malattie che possono colpire il fegato, se ne conoscono oltre 100.

In molti casi il decorso è piuttosto simile a prescindere dalla causa. Quando il fegato viene infettato da un virus, intossicato da sostanze chimiche o attaccato da parte del proprio sistema immunitario, il rischio è sempre lo stesso, ossia che l’organo diventi così danneggiato da non riuscire più a svolgere i compiti necessari per il mantenimento in vita dell’organismo (insufficienza epatica).

Queste alcune delle malattie e infezioni che sono in grado di provocare danni acuti o cronici al fegato:

  • malattie virali
  • malattie che colpiscono attraverso il sistema immunitario (come l’epatite autoimmune),
  • infiammazioni (epatiti non virali, disturbi causati dall’abuso di alcool o da stili di vita errati, …),
  • malattie genetiche (come l’emocromatosi),
  • cirrosi epatica,
  • ostruzione dei dotti biliari,
  • tumori,
  • varie disfunzioni.

Anche l’alcool, i farmaci, alcuni integratori erboristici ed alcune tossine possono diventare pericolosi per la salute dell’organo.

TABELLA di riferimento per le patologie del fegato e la corrispondenza con i risultati degli esami del sangue

Tipo di problema del fegatoBilirubinaTransaminasi
ALT e AST
Fosfatasi alcalina (ALP)AlbuminaPT
Lesione acuta del fegato (causata ad es. da infezioni, tossine, farmaci o droghe)Normale o alta, di solito dopo che aumentano anche l’ALT e l’ASTDi norma molto alte; l’ALT di solito è più alta dell’ASTNormale o leggermente più alta del normaleNormaleDi solito normale
Malattie cronicheNormale o altaDa lievemente ad abbastanza alteDa normale a leggermente altaNormaleNormale
Epatite alcolicaNormale o altaL’AST è abbastanza alta, di solito almeno doppia dell’ALTNormale o leggermente altaNormaleNormale
CirrosiPuò essere alta (in particolare in caso di cirrosi avanzata)L’AST di solito è più alta dell’ALT, ma entrambe sono inferiori rispetto all’ all’epatite alcolicaNormale o altaNormale o bassaPiù lungo del normale
Ostruzione dei dotti biliari, colestasiNormale o alta; alta in caso di ostruzione completaDa normali a leggermente alteAlta; spesso anche 4 volte il normale.Di solito normale, ma se la malattia è cronica, può essere bassaDi solito normale
Tumore con metastasi al fegatoDi solito normaleNormali o leggermente alteDi solito molto più alta del normaleNormaleNormale
Tumore del fegato (carcinoma epatocellulare, HCC)Probabilmente alta, soprattutto se il tumore è in stadio avanzatoAST più alta dell’ALT, ma entrambi inferiori rispetto all’epatite alcolicaNormale o altaNormale o bassaPiù lungo del normale
Malattie autoimmuniNormale o altaAbbastanza alte; l’ALT di solito è più alta dell’ASTNormale o leggermente altaDi solito bassaNormale

Sintomi

Le malattie del fegato rimangono spesso del tutto asintomatiche finché non raggiungono uno stadio molto avanzato, tra i sintomi principali ricordiamo:

  • ittero (colorito giallo della pelle e degli occhi),
  • dolore addominale,
  • gonfiore addominale,
  • urine scure,
  • feci chiare,
  • prurito,
  • nausea e/o vomito,
  • stanchezza,
  • affaticamento,
  • diarrea,
  • perdita di appetito,
  • dimagrimento o aumento di peso.

La diagnosi precoce è fondamentale per minimizzare i danni e preservare la funzionalità dell’organo.

Nel primo stadio di qualsiasi malattia epatica il fegato va incontro a un’infiammazione; può diventare più grosso (epatomegalia), ma in molti casi non si manifesta alcun sintomo e il soggetto può non accorgersi di nulla. Se la malattia viene diagnosticata e trattata con successo in questa fase si assiste in genere a una regressione completa, diversamente potrebbe andare incontro a danni permanenti.

Se l’organismo non riesce a risolvere l’infiammazione e questa non viene trattata dall’esterno, può essere causa di di formazione di cicatrici, che vanno tuttavia a rimpiazzare il tessuto epatico sano con un processo che si chiama fibrosi e che va progressivamente a ridurre l’efficacia dell’organo nella gestione dei suoi compiti. Questo è l’ultimo stadio in cui si può evitare una progressione cronica del danno.

Se ancora non c’è un intervento a curare la patologia, il fegato andrà incontro a cirrosi, un danno irreversibile che può causare complicazioni molto gravi (tra cui il tumore).

In questa fase i sintomi sono eclatanti e comprendono:

  • sanguinamento e comparsa di lividi,
  • ritenzione idrica (soprattutto a livello di addome a gambe),
  • ittero,
  • prurito,
  • aumento della sensibilità ai farmaci,
  • comparsa di diabete di tipo 2.

Il passo successivo è infine l’insufficienza epatica, che spesso può arrivare a richiedere un trapianto di fegato.

Redazione NurseTimes

Foto:

  • https://www.valorinormali.com
  • https://www.chimica-online.it

Bibliografia

  • https://www.valorinormali.com
  • https://www.issalute.it
  • https://interlabanalisi.it

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
54° Congresso società italiana di neurologia: i temi da affrontare
CittadinoNT NewsPsichiatriaSalute MentaleSpecializzazioni

54° Congresso Società italiana di neurologia (Sin): i temi da affrontare

Introduzione – Alfredo Berardelli, Alessandro Padovani ✓ Malattia di Alzheimer: una luce in fondo al...

Tumore al seno, virologa sperimenta terapia su se stessa e guarisce
CittadinoNT NewsOncologia

Tumore al seno, virologa sperimenta terapia su se stessa e guarisce

Una ricercatrice si è curata con successo il tumore al seno utilizzando una tecnica da...

Alzheimer: famiglie in difficoltà. Urge sostegno concreto
CittadinoNT NewsSalute Mentale

Alzheimer: famiglie in difficoltà. Urge sostegno concreto

Le famiglie che affrontano l’Alzheimer sono protagoniste di una battaglia quotidiana che...