Regionali

Piemonte, lo strano caso del concorso per infermieri “congelato” dal Tar: l’ansia dei vincitori

In Piemonte continua a tenere banco il dibattito sul concorso per infermieri bandito da Azienda Zero, al momento salvato dal Tar, ma sul quale pende l’esito del ricorso promosso da due candidati, che contestano la regolarità delle prove orali, secondo loro svolte a porte chiuse. Alcune aziende sanitarie stanno procedendo con le asunzioni dei vincitori, ma tutto potrebbe essere rimesso in discussione qualora il Tribunale amministrativo regionale accogliesse il ricorso nell’udienza prevista per il prossimo 19 novembre, aprendo così la strada all’annullamento della graduatoria e dei contratti.

Al concorso avevano partecipato circa 2mila professionisti per 226 posti in tutte le aziende sanitarie del Piemonte. Nei giorni scorsi Nursind aveva manifestato tutta la sua preoccupazione per questa situazione di stallo, che tiene sulle spine gli infermieri interessati, incerti se accettare e firmare un contratto che potrebbe rivelarsi nullo tra qualche mese. Inoltre il sindacato ha evidenziato come le varie aziende sanitarie stiano agendo in modo diverso l’una dall’altra: qualcuna assume, qualcun’altra propone contratti a tempo determinato, altre ancora non assumono affatto.

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Un esempio lampante dell’incertezza che regna in Piemonte è fornito dall’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, che in attesa della pronuncia del Tar ha deciso di procedere alle assunzioni a tempo determinato dalla graduatoria di un precedente concorso: sono già 20 gli infermieri, tutti presenti anche nella graduatoria pendente, che hanno firmato, e altri 15 arriveranno con la mobilità interaziendale, senza però doversi licenziare.

E intanto il disagio persiste, come si evince dallo sfogo di un’infermiera, raccolto dalla testata La voce di Alba: “L’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle, che inizialmente ha bloccato le assunzioni in attesa della pronuncia del Tar, ha mandato nel caos la vita di chi, come me, ha dato le dimissioni dal proprio posto di lavoro per poter iniziare la propria esperienza lavorativa nel pubblico. Ad oggi è un mese che sono a casa, senza la possibilità di chiedere il sussidio di disoccupazione, poiché ho dato le dimissioni volontarie. E sono frenata nella ricerca di un nuovo posto di lavoro perché c’è la possibilità che chiamano in qualsiasi momento”.

Redazione Nurse Times

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