Una convenzione tra la casa circondariale di Paola e Opi Cosenza. È durato circa un anno il progetto formativo per i corsi di primo soccorso. Ieri mattina la consegna degli attestati e i complimenti ai detenuti.
“Siamo felici di avere completato un progetto molto bello voluto dalla direttrice Emilia Boccagna”, ha rimarcato il presidente di Opi Cosenza, Fausto Sposato, accompagnato dai colleghi istruttori Marco Laratta, Massimiliano Gallo, Robertino Serpa e Angelo Gallo.
“È stata un’esperienza esaltante. Abbiamo visto un mondo totalmente diverso da quello che noi potremmo immaginare ed abbiamo incontrato persone di una umanità straordinaria. Certamente da ripetere”, le parole dei protagonisti.
E ancora: “Riteniamo sia stata un’esperienza unica, forse la prima in Italia, tra un Ordine e una casa circondariale. Terminiamo il progetto che ci ha arricchito umanamente e ci ha fatto capire quanta umanità possa esservi anche all’interno di quelle mura. L’incontro, molto collaborativo, con la direttrice Emilia Boccagna, ci consente di aprire nuove prospettive e nuovi cicli formativi”.
“I detenuti? Persone che sicuramente avranno fatto degli errori nella loro vita ma che oggi hanno dimostrato veramente di essere diversi – ha ribadito il presidente di Opi Cosenza -. Hanno seguito con attenzione i corsi, hanno seguito tutte le indicazioni degli istruttori: questo dimostra la valenza del progetto. Persone straordinarie che si sono dimostrate ricche di umanità ed umiltà; abbiamo ricevuto anche noi, da tutte loro, lezioni di vita. persone straordinarie”.
Quindi i ringraziamenti alla dirigente, agli educatori ed al team di formatori, oltre che a tutto il personale della polizia penitenziaria per “averci accolto quasi come una famiglia e come se fossimo parte di loro stessi”. Alla consegna degli attestati ognuno dei partecipanti è voluto intervenire per ringraziare e commentare l’esperienza non comune.
Questa la promessa di Opi Cosenza: “Sono progetti entusiasmanti che certamente ripeteremo. Aspetti umani, sociali ed emozioni che lasciano il segno. Per chi ha conosciuto queste persone e per loro stessi che hanno deciso di mettersi in gioco, impegnandosi e cercando spunti di vita inimmaginabili prima del progetto. Siamo ancora increduli per la ricchezza umana espressa e per l’impatto altamente sociale venuto fuori da quelle mura. Ecco perché ripeteremo questa esperienza”.
Redazione Nurse Times
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