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Ospedale Bambino Gesù, lavoratori in presidio alla sede Opbg. Cisl: “Sei anni senza rinnovo e personale esternalizzato da stabilizzare”

Cisl Fp Lazio: “La mobilitazione per il giusto contratto non si ferma: in campo tutte le azioni per tutelare i lavoratori”

Roma, 12 giugno 2024 – “I lavoratori aspettano un contratto da sei anni e non permetteremo intese al ribasso che, oltre a impedire un giusto rinnovo, stanno sottraendo al personale un’intera mensilità di salario. Il nostro obiettivo è chiaro: stesso lavoro, stesso salario e stessi diritti dei colleghi della sanità pubblica. E una immediata reinternalizzazione delle centinaia di dipendenti che assicurano prestazioni assistenziali per il tramite di cooperative e che subiscono indebitamente gli effetti del dumping contrattuale”. Così in una nota la Cisl Fp Lazio che, dopo aver portato la mobilitazione dei lavoratori sotto la sede dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, annuncia ancora battaglia: “Noi non arretriamo, la voce dei lavoratori risuonerà sempre più forte: insieme al ricorso legale metteremo in atto tutte le azioni necessarie a garantire ai lavoratori un giusto contratto”.

“Non accettiamo di svendere il lavoro degli infermieri, oss, tecnici, professionisti, personale amministrativo e di assistenza che ogni giorno offrono servizi d’eccellenza ai bambini di tutto il Mondo. Bene l’acconto sugli arretrati, ma ora vogliamo si rinnovi il contratto e che si proceda nella erogazione a saldo delle differenze retributive”, dichiara la federazione regionale di categoria Cisl.

“Ci siamo opposti con successo alla svalutazione della maternità e della malattia dal computo di quanto dovuto ai lavoratori. Ma pretendiamo che anche sugli aumenti contrattuali siano riconosciute al personale le giuste retribuzioni, agganciando il contratto dell’Opbg a quello della sanità pubblica per il quale è in corso con l’Aran la negoziazione per la vigenza 2022/24. E poi la nostra battaglia è anche rivolta alla stabilizzazione del personale esternalizzato, che più di tutti soffre la mancata valorizzazione professionale e salariale”.

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“Le intese economiche tra azienda e altre sigle firmate a dicembre 2023 sono un’autentica ingiustizia nei confronti del personale. E sono il frutto avvelenato di una contrattazione svolta in violazione delle norme di legge e contrattuali. Per questo da soli come Cisl Fp abbiamo avviato l’azione legale sulla quale il prossimo 25 settembre si pronuncerà il giudice del lavoro. Noi diciamo no a tabellari stipendiali inferiori sia al ccnl Sanità pubblica 2019-21, sia addirittura al ccnl Sanità privata 2016-18. E se qualche sindacato ha dimenticato quale sia l’interesse dei lavoratori e ha scelto di firmare per le retribuzioni più basse dell’intero sistema ospedaliero, noi non ci stiamo”, prosegue la nota.

“Contro il taglio di fatto di un’intera mensilità retributiva, che vuol dire anche meno contributi e meno pensione, andremo fino in fondo: pretendiamo la completa applicazione delle regole sulla contrattazione, per la difesa dei salari e dei diritti dei lavoratori”.

“I lavoratori sono stanchi delle mistificazioni interessate. Sono dipendenti e professionisti che svolgono servizio pubblico in strutture che fanno parte del sistema sanitario nazionale. Inoltre, in base alla legge 187/95 l’Opbg è equiparato ad una struttura pubblica e per questo riceve dal Mef, all’inizio di ogni anno, il 90% dei contributi per le prestazioni dell’anno precedente, oltre quelli garantiti dalla Regione Lazio, al pari di tutte le altre strutture sanitarie accreditate con il Ssr. A fronte di questo non ci sono scuse per non riconoscere al personale gli stessi tabellari stipendiali del contratto di Sanità pubblica”, spiega ancora la federazione cislina.

“Pretendiamo che le istituzioni che erogano i finanziamenti facciano in modo che il Bambino Gesù rispetti la dignità dei dipendenti e assicuri loro gli aumenti riconosciuti ai colleghi”, conclude la nota. “Per questo proseguiremo la nostra mobilitazione con iniziative sempre più eclatanti. E chiederemo alla Regione Lazio di intervenire: niente risorse pubbliche a chi non rispetta il diritto del personale a un giusto contratto”.

Redazione Nurse Times

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