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L’uso del plasma ricco di piastrine (PRP) nel wound care

Il Platelet-Rich Plasma (plasma ricco di piastrine), noto come PRP, è un prodotto di origine ematica in grado di stimolare la rigenerazione tissutale. Trova impiego in diversi ambiti della medicina, come ad esempio la medicina estetica, l’ortopedia e il wound care.

Il PRP si ottiene partendo da un prelievo di sangue venoso del paziente stesso. Si parla per questo di uso atologo. Il campione sarà poi elaborato in una centrifuga che, tramite varie membrane, fa sì da separare le piastrine dagli altri emocomponenti. Prima della procedura viene effettuato un prelievo per la conta piastrinica tramite un emocromo. Questo per valutare l’idoneità alla procedura. Il campione centrifugato verrà poi iniettato nella zona interessata.

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Nei casi in cui ci troviamo davanti a un ulcera il campione può essere trattato in modo da guadagnare un gel che si ottiene tramite due emocomponenti:

  • Concentrato di piastrine
  • Crioprecipitato (i cui componenti attivati creano una colla con proprietà adesive ed emostatiche)

Il funzionamento riparativo di questo gel si basa principalmente sui fattori di crescita piastrinici (PDGF, GF I/II, FGFB, EGF, PDAF, TGF- Beta).

Come noto, il sangue è ricco di piastrine che vengono prodotte nel midollo osseo, fisiologicamente favoriscono l’emostasi tramite i processi di coagulazione in caso di traumi o ferite. Nel caso di una normale ferita si ottiene un coagulo con la presenza per il 94% di eritrociti, 4% trombociti (le piastrine), 1% leucociti. Nel gel piastrinico in questione, invece, otteniamo una percentuale piastrinica pari al 95%, mentre il restante 5% è ripartito tra leucociti ed eritrociti.

Prima dell’utilizzo il gel viene prelevato tramite una siringa strerile, e a sua volta è gia stato filtrato in un circuito chiuso pronto a essere utilizzato.

Una meta analisi dal titolo “Plasma ricco di piastrine per il trattamento delle ferite acute: una meta-analisi“, condotta da parte di Li Wang, Zhenyang Gu e Chunji Gao, ha prodotto i seguenti risultati:

“Sono stati inclusi un totale di 13 articoli che coinvolgevano 982 pazienti. I risultati della revisione e dell’analisi sistematica hanno mostrato che il tempo di guarigione delle ferite del gruppo di trattamento PRP era più breve di quello del gruppo di controllo, così come la durata della degenza ospedaliera (differenza media (MD): -1,45, IC 95%: da -2,07 a -0,83; P <0,01), l’incidenza dei disturbi della guarigione delle ferite nel gruppo di trattamento con PRP era inferiore a quella del gruppo di controllo (rischio relativo (RR): 0,11, IC 95%: da 0,01 a 0,83; P <0,05), così come la trasfusione di sangue. Inoltre, il livello di dolore post- traumatico del gruppo di trattamento PRP era inferiore a quello del gruppo di controllo (MD: -1,26, IC 95%: da -1,71 a -0,82; P <0,01)”

.

Concludendo, l’uso di PRP abbrevia il tempo di guarigione delle ferite, diminuendo la degenze ospedaliera e migliorando il controllo delle lesioni. Questa metodica non è adatta a tutti i tipi di persone, anche se è una metodica usata da più di 20 anni negli ambiti citati ad inizio articolo. Presupponendo questo, però, si può affermare che rimane generalmente una metodica sicura, con minimi rischi.

Dr. Giuseppe Brizi – Infermiere Wound Care Specialist

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