Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la proposta del consigliere Massimo Vizzardi (Azione – Italia Viva) sul potenziamento delle misure di welfare integrativo per gli infermieri.
A tal proposito la Giunta della Regione Lombardia è invitata a impegnarsi su tre fronti: sollecitare il Governo centrale sull’aumento delle retribuzioni previste per la professione infermieristica dal Ccnl; rendere disponibili ulteriori risorse regionali per incrementare lo stipendio integrativo, al fine di adeguare progressivamente lo stipendio medio italiano degli infermieri a quello europeo; garantire una migliore e più ampia implementazione del welfare integrativo previsto dall’articolo 89 del Ccnl, quale ad esempio la contribuzione nelle spese per l’attivazione di convenzioni per asili nido, ove non presenti in azienda.
“Sono molto soddisfatto per l’approvazione all’unanimità della mia proposta a favore di un sostegno pratico e tangibile per il personale infermieristico – ha commentato Vizzardi -. È essenziale favorire l’incremento e l’integrazione degli strumenti di welfare aziendale nel breve periodo per sostenere il reddito del personale sanitario, migliorarne la vita privata e lavorativa e disincentivare la fuga all’estero”.
Sempre Vizzardi: “Nonostante il Decreto Rilancio avesse previsto e finanziato l’assunzione di 9.600 infermieri in piena pandemia, solo alcune migliaia di operatori sono stati effettivamente inseriti negli organici del Servizio sanitario nazionale. È una situazione su cui si deve cambiare radicalmente rotta, adottando misure, come quella del welfare aziendale, che rendano più attrattiva la professione”.
Ha concluso Vizzardi: “È inaccettabile che lo stipendio medio di un infermiere italiano sia inferiore del 19% rispetto alla media di 20 nazioni europee. La difficoltà nel reperire personale e la perdita di attrattività del Ssn stanno diventando un’emergenza, soprattutto per gli infermieri. Solo attraverso queste azioni concrete potremo garantire un futuro migliore e più stabile per i nostri infermieri e, di conseguenza, per il nostro sistema sanitario”.
Redazione Nurse Times
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