Tale attività produce onde elettriche che, in un adulto in stato di benessere e in condizioni di riposo, hanno una frequenza di 8-13 cicli al secondo (ritmo alpha).
In caso di anomalie a carico del cervello, tale ritmo risulta alterato. Quindi le registrazioni elettroencefalografiche permettono d’individuare una condizione patologica cerebrale, le cui cause dovranno essere approfondite con ulteriori esami strumentali come la TAC (tomografia assiale computerizzata) o la RMN (risonanza magnetica) cerebrali, o l’esame del liquido che circola nel cervello e nel canale midollare (liquor cefalo-rachidiano).
L’elettroencefalogramma registra la differenza di potenziale elettrico esistente tra coppie di elettrodi posizionati sulla testa in corrispondenza di diverse aree della superficie del cervello (corteccia cerebrale).
Gli elettrodi, posti sulla cute, sono collegati ad un amplificatore che raccoglie gli impulsi elettrici e li invia a un registratore e a un’apparecchiatura in grado di tradurli in un grafico. Tale registrazione può avvenire o su un supporto cartaceo o su un dispositivo elettronico esterno.
Il tracciato elettroencefalografico mostra dei dati che riguardano la funzione del cervello, pertanto varia a seconda della condizione di veglia o di sonno e dell’età della persona.
Per questi motivi l’interpretazione dell’elettroencefalogramma è sempre affidata a medici specialisti esperti per adulti o per bambini.
L’EEG è un esame eseguito frequentemente nella pratica clinica, insieme ad altre analisi complementari ad orientare la diagnosi neurologica. In particolare l’EEG è indicato nei casi di alterazioni della coscienza o delle funzioni cognitive, in caso di repentine modificazioni del comportamento, in gran parte delle patologie che si manifestano con disturbi del sonno, e in presenza di disturbi (sintomi) neurologici localizzati (focali) ai quali non corrispondano danni nella struttura del cervello tali da essere evidenziabili con una TAC o una RMN cerebrali.
Alcune malattie del cervello, come le epilessie, le encefaliti, le malattie da prioni, generalmente sono associate a segni caratteristici nel tracciato dell’elettroencefalogramma; altre, invece, non mostrano un tipo particolare di tracciato.
Pertanto, in base ai disturbi presenti, l’elettroencefalogramma può essere richiesto dal medico per avvalorare un’ipotesi diagnostica o per ritenerla meno probabile.
Per la diagnosi di queste e altre malattie del sonno, oltre all’esecuzione dell’EEG è consigliabile rivolgersi ai centri specializzati nella medicina del sonno.
Generalmente, l’elettroencefalogramma (EEG) viene eseguito da un tecnico di neurofisiopatologia e i risultati sono interpretati e scritti nel referto da un medico specializzato in neurologia. Si esegue appoggiando sulla cute della testa dei piccoli elettrodi tenuti fermi da una cuffia di gomma.
In casi specifici, come in pazienti che si trovano in una sala operatoria o in un reparto di terapia intensiva, si possono utilizzare elettrodi particolari come gli ago-elettrodi (elettrodi che vengono inseriti nella cute mediante un ago) o gli elettrodi a collodio (elettrodi che vengono temporaneamente incollati alla cute). In base alle indicazioni per cui è eseguito, la durata dell’elettroencefalogramma può variare dai 30 ai 60 minuti.
Salvo diversa indicazione, non sono necessarie precauzioni particolari prima di sottoporsi all’elettroencefalogramma: si potrà sia mangiare, sia bere, sia continuare a prendere le terapie in corso.
Per una migliore adesione degli elettrodi al cuoio capelluto, i capelli dovranno essere puliti e asciutti e si dovrà evitare di usare gel e cera.
Il medico ricoprirà il capo del paziente con un gel specifico per consentire la buona conduzione elettrica durante l’esame.
È consigliabile portare con sé un pettine per riordinare i capelli dopo l’esecuzione dell’esame oppure un cappello per coprire la testa in disordine (i capelli potrebbero non essere molto puliti alla fine dell’EEG).
Esistono diversi tipi di elettroencefalogramma (EEG): di base, in privazione di sonno, dinamico, in telemetria video.
La registrazione dell’EEG di base dura dai 20 ai 40 minuti circa.
Durante l’esame viene chiesto di rimanere tranquilli e, di tanto in tanto, di aprire e chiudere gli occhi per valutare la reattività del ritmo cerebrale.
Successivamente, vengono effettuate due manovre di attivazione:
Entrambe le manovre hanno lo scopo di rendere evidenti eventuali anomalie di tipo epilettico.
Questo tipo di esame viene effettuato mentre la persona dorme. Può essere utilizzato se un EEG di base non fornisce informazioni sufficienti o per verificare i disturbi del sonno.
In alcuni casi, potrebbe essere chiesto di rimanere svegli la notte prima dell’esame per addormentarsi con più facilità quando verrà eseguito l’EEG. Per tale motivo l’esame è chiamato EEG in privazione di sonno.
Un EEG dinamico registra l’attività del cervello durante il giorno e la notte per un periodo di uno o più giorni. Gli elettrodi sono collegati a un piccolo registratore EEG portatile che può essere agganciato ai vestiti. È possibile continuare la maggior parte delle normali attività quotidiane durante la registrazione, anche se è necessario evitare di bagnare l’attrezzatura.
La telemetria video, nota anche come video-EEG, consiste nel filmare la persona mentre si registra la sua attività cerebrale (con regolare autorizzazione da parte della persona stessa). Di solito, la telemetria video è eseguita nell’arco di alcuni giorni durante un ricovero ospedaliero.
I segnali EEG sono trasmessi ad un computer. Anche il video è registrato da un computer su cui è posta una telecamera. Tutte le registrazioni sono sempre effettuate in presenza di personale specializzato.
Al termine dell’esecuzione dell’elettroencefalogramma (EEG), gli elettrodi vengono rimossi e il cuoio capelluto pulito. I capelli, probabilmente, risulteranno appiccicosi e disordinati.
Di solito si può andare a casa subito dopo l’esame e tornare alle normali attività.
In alcuni casi, soprattutto se ci si è sottoposti ad un EEG in privazione di sonno, dopo l’esame ci si potrebbe sentire stanchi. In questi casi si consiglia di farsi accompagnare e di non guidare.
Di solito, i risultati dell’EEG non sono disponibili nello stesso giorno in cui si è effettuato l’esame. Le registrazioni, infatti, dovranno essere analizzate e inviate al medico specialista che, dopo alcuni giorni, consegnerà i risultati.
L’elettroencefalogramma (EEG) è indolore e, generalmente, molto sicuro. Nessuna scarica elettrica è immessa nel corpo durante l’esecuzione dell’esame. L’unico disagio può essere rappresentato dai capelli che, al termine dell’esame, risulteranno sporchi e disordinati e da una leggera stanchezza. Per queste caratteristiche l’esame può essere eseguito anche nelle donne in stato di gravidanza.
Alla fine della procedura potrebbero verificarsi uno stato di leggera confusione e un formicolio alle labbra e alle dita durante la parte di iperventilazione dell’EEG di base. Inoltre, alcune persone potrebbero avere una leggera eruzione cutanea sul cuoio capelluto nei punti in cui sono stati applicati gli elettrodi.
In caso di epilessia, o in persone che soffrono di convulsioni, c’è un rischio molto piccolo che possa verificarsi una crisi epilettica durante l’esecuzione dell’EEG. In questo caso le persone saranno aiutate e monitorate da personale altamente qualificato.
Redazione NurseTimes
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