Un nuovo studio pubblicato su JAMA Oncology rivela l’efficacia di un innovativo test urinario nel rilevare il tumore alla prostata in modo più accurato rispetto al tradizionale PSA e ad altri test biomolecolari esistenti. Il test, denominato MyProstateScore 2.0 (MPS2), si è dimostrato in grado di ridurre in modo significativo le biopsie prostatiche non necessarie, garantendo nel contempo una rilevazione altamente precisa dei tumori prostatici preoccupanti.
Secondo il primo autore dello studio, il dott. Jeffrey Tosoian, dell’Università Vanderbilt, il MPS2 è in grado di escludere con notevole precisione la presenza di tumori prostatici clinicamente significativi in pazienti con livelli elevati di PSA. Ciò consente ai pazienti di evitare ulteriori test più invasivi e onerosi, come la risonanza magnetica e la biopsia prostatica, con grande fiducia nel fatto di non trascurare nulla di importante.
Il cancro alla prostata è il tumore più comune e la seconda causa di morte per cancro tra gli uomini negli Stati Uniti. Il test del PSA è stato ampiamente utilizzato come primo passo nello screening del cancro alla prostata. Tuttavia, il PSA può essere elevato anche in uomini senza cancro, portando a numerose biopsie prostatiche non necessarie.
Lo studio ha coinvolto 743 uomini con un’età media di 62 anni e un livello mediano di PSA di 5,6. Rispetto ai test biomolecolari esistenti, l’uso del MPS2 avrebbe evitato dal 35% al 42% delle biopsie prostatiche non necessarie senza perdere diagnosi aggiuntive di cancro clinicamente significativo. L’uso di MPS2 è risultato particolarmente efficace anche negli uomini con una storia di biopsie prostatiche negative precedenti.
Il dott. Tosoian ha sottolineato che, se confermato da ulteriori ricerche, questo nuovo test potrebbe rivoluzionare lo screening del tumore alla prostata, riducendo notevolmente il disagio e il rischio associati alle procedure diagnostiche invasivi.
I ricercatori hanno anche evidenziato che, sebbene l’MPS2 offra numerosi vantaggi rispetto alla risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI), attualmente non è disponibile in tutte le strutture sanitarie e potrebbe non essere un’opzione per tutti i pazienti. Tuttavia, ulteriori studi sono in corso per confrontare direttamente i due approcci diagnostici.
In conclusione, il nuovo test urinario MPS2 rappresenta un passo avanti significativo nello screening del tumore alla prostata, offrendo maggiore precisione e riducendo la necessità di procedure invasive e non necessarie. Ulteriori ricerche e validazioni sono necessarie per confermare definitivamente la sua efficacia e per renderlo ampiamente disponibile nella pratica clinica.
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