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Infermieri sottopagati: la verità sulla mancanza di attrattività

Gli infermieri sono il cuore pulsante del nostro sistema sanitario, eppure sono spesso sottovalutati e sottopagati. Mentre affrontano sfide quotidiane sempre più impegnative, la loro retribuzione non riflette adeguatamente l’importanza cruciale del loro ruolo.

Secondo i dati più recenti, gli infermieri italiani guadagnano in media tra 1600 e 1.800 euro al mese, ben al di sotto della media europea. Questo nonostante il loro lavoro sia fondamentale per garantire cure di qualità ai pazienti, ridurre i tempi di degenza ospedaliera e alleggerire il carico di lavoro dei medici.

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La carenza di infermieri in Italia

In Italia mancano circa 63.000 infermieri, con una carenza più acuta al Nord rispetto al Sud.

Rispetto alla media europea, l’Italia presenta un deficit di circa 3,93 infermieri ogni 1.000 abitanti, a fronte di un potenziale surplus di 0,48 medici.

La carenza di infermieri è particolarmente critica in alcune aree come l’emergenza-urgenza e la medicina generale.

L’Importanza degli Infermieri nel Sistema Sanitario

Gli infermieri sono i professionisti sanitari che trascorrono più tempo a contatto diretto con i pazienti. Sono loro che monitorano costantemente le condizioni dei malati, somministrano le terapie, forniscono supporto emotivo e coordinano l’assistenza. Il loro contributo è essenziale per migliorare gli esiti clinici e la soddisfazione dei pazienti.

Inoltre, in un momento in cui il sistema sanitario è sotto pressione a causa dell’invecchiamento della popolazione e della carenza di personale medico, il ruolo degli infermieri diventa ancora più cruciale. Investire in una adeguata retribuzione per questa categoria professionale potrebbe avere un impatto positivo sull’intero sistema, attirando più talenti e riducendo il fenomeno dell’emigrazione di infermieri all’estero.

La necessità di un adeguamento salariale

È giunto il momento di riconoscere il valore degli infermieri e di adeguare la loro retribuzione. Aumentare gli stipendi non solo sarebbe un atto di giustizia, ma potrebbe anche avere ricadute positive sull’efficienza e sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Investire in questa categoria professionale significa investire nella salute e nel benessere di tutti i cittadini.

Un miglioramento delle condizioni economiche degli infermieri potrebbe infatti:

  • Attrarre più giovani talenti verso questa professione, colmando il gap di organico
  • Ridurre il fenomeno dell’emigrazione di infermieri qualificati verso altri Paesi
  • Migliorare la motivazione e la soddisfazione del personale, con ricadute positive sulla qualità delle cure

Le conseguenze dei bassi salari

  1. Difficoltà nell’attrarre nuovi talenti verso la professione infermieristica. I bassi salari rendono questa carriera meno attraente per i giovani, portando a carenze di organico.
  2. Aumento del fenomeno dell’emigrazione di infermieri qualificati verso altri paesi che offrono retribuzioni più competitive. Questo aggrava ulteriormente la carenza di personale infermieristico in Italia.
  3. Maggiore rischio di burnout, insoddisfazione e volontà di abbandonare la professione, soprattutto tra gli infermieri più giovani e con meno esperienza. Questo ha un impatto negativo sulla qualità dell’assistenza sanitaria.
  4. Difficoltà nel trattenere il personale infermieristico, con un elevato turnover che compromette l’efficienza e la continuità delle cure.
  5. Squilibrio tra il ruolo cruciale degli infermieri nel sistema sanitario e il loro inadeguato riconoscimento economico, che può minare la motivazione e il senso di valore di questa categoria professionale.

Sono di meno gli studenti che scelgono infermieristica

La mancanza di vocazione dei giovani sembra essere dovuta a una combinazione di fattori legati alle difficili condizioni di lavoro, alla scarsa valorizzazione economica e professionale, alle limitate prospettive di crescita e all’immagine stereotipata della professione infermieristica.

  1. Condizioni di lavoro difficili e stressanti. Il lavoro degli infermieri è spesso caratterizzato da carichi di lavoro elevati, turni disagevoli e un alto livello di stress, che possono scoraggiare i giovani dall’intraprendere questa carriera.
  2. Demansionamento: una piaga che colpisce tantissimi infermieri costretti a svolgere attività che appartengono ad altre figure professionali
  3. Scarso riconoscimento economico e professionale. Gli stipendi degli infermieri in Italia sono ritenuti inadeguati rispetto all’importanza del loro ruolo, rendendo questa professione meno attraente per i giovani.
  4. Mancanza di prospettive di crescita e sviluppo professionale. I giovani potrebbero percepire la professione infermieristica come poco stimolante in termini di opportunità di avanzamento di carriera.
  5. Impatto negativo della pandemia di COVID-19. Le difficili condizioni di lavoro durante la pandemia hanno ulteriormente peggiorato la percezione della professione infermieristica tra i giovani.
  6. Immagine stereotipata della professione. La rappresentazione degli infermieri come figure “vocazionali” e dedite al servizio, piuttosto che come professionisti altamente qualificati, può scoraggiare i giovani dall’intraprendere questa carriera.

Gli stipendi

A livello europeo, gli stipendi degli infermieri italiani risultano piuttosto bassi rispetto alla media. In Paesi come Francia, Spagna, Germania, Belgio e Irlanda, gli infermieri possono guadagnare tra i 34.000 e i 50.000 euro lordi annui. Il Lussemburgo è il Paese europeo con gli stipendi più alti, che possono superare gli 83.000 euro lordi annui.

Fuori dall’Europa, in Paesi come Stati Uniti e Australia, gli stipendi degli infermieri sono ancora più elevati, arrivando a 77.500 dollari annui (circa 72.500 euro) negli USA e oltre 3.500 euro mensili in Australia.

Si può concludere che uno stipendio “giusto” per un infermiere in Italia dovrebbe essere compreso tra i 2.800 e i 3.300 euro netti mensili, in linea con la media europea e sufficiente a garantire una retribuzione adeguata al ruolo cruciale svolto dagli infermieri nel sistema sanitario.

Giuseppe Papagni

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Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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