One young beautiful woman sitting on sofa at home and eating healthy vegetable salad. Healthy life concept.
Il potere terapeutico del digiuno contro il cancro. Parte in Italia “il primo studio al mondo” che valuterà gli effetti della restrizione calorica, confrontata con un’alimentazione sana e bilanciata, ma non restrittiva, sulle pazienti candidate a ricevere un trattamento chemio-immunoterapico pre-chirurgico contro il tumore al seno triplo negativo, il più cattivo dei carcinomi mammari, che colpisce il 10-15% delle malate di cancro al seno.
“L’avvio di questo studio rappresenta un momento storico importante per il nostro team di ricerca – afferma Filippo de Braud, direttore del Dipartimento di Oncologia ed ematologia dell’Int, professore ordinario all’Università Statale di Milano -. Lo schema nutrizionale di restrizione calorica è sempre il medesimo dal 2016 e in questi otto anni è stato l’oggetto di studi che hanno coinvolto in totale più di 250 pazienti, prevalentemente con tumore al seno”.
E ancora: “Abbiamo dimostrato che con questo approccio è possibile ottenere una rimodulazione favorevole non solo del metabolismo, ma anche del sistema immunitario, ‘potenziando’ le cellule immunitarie con attività antitumorale. Ora siamo in una fase successiva della sperimentazione, in cui stiamo valutando l’impatto di questo programma nutrizionale sull’attività antitumorale dei trattamenti farmacologici”.
“Lo studio Breakfast-2 – evidenzia Giovanni Apolone, direttore scientifico della Fondazione Irccs Int – rappresenta una sfida interessante perché, per la prima volta l’approccio nutrizionale viene valutato in uno studio che prevede un braccio di controllo, come comunemente effettuato negli studi. E’ fondamentale sottolineare anche la presenza della web-app, che recepisce il concetto dei patient-reported outcomes, essenziali per il nostro istituto, che ha da sempre nella sua missione il benessere del paziente”.
Lo schema di restrizione calorica ciclica – ricordano dall’Int – prevede cinque giorni di regime alimentare a base di cibi e grassi di origine vegetale e un basso contenuto di carboidrati e proteine, che viene ripetuto ogni tre settimane. Nel braccio di controllo del nuovo trial, l’alimentazione raccomandata è basata invece sull’utilizzo di un’ampia varietà di cereali non raffinati, prevalentemente vegetariana, come da indicazioni delle principali società scientifiche internazionali (Word Cancer Research Fund; European Code Againist Cancer; America Cancer Society). Tutte le pazienti di Breakfast-2 seguiranno la chemio-immunoterapia pre-chirurgica.
“E’ la prima volta che combiniamo uno schema terapeutico così complesso con un programma nutrizionale che prevede la restrizione calorica – dice Claudio Vernieri, medico oncologo presso la Breast Unit del Dipartimento di Oncologia ed ematologia dell’Int, ricercatore di UniMi e Istituto Firc di Oncologia molecolare (Ifom) -. Lo scopo è di valutare se l’approccio di restrizione calorica è sicuro, ben tollerato e, soprattutto, se è in grado di aumentare l’attività antitumorale della chemioimmunoterapia”.
E ancora: “Alle donne arruolate nel braccio di controllo verrà proposto un programma nutrizionale che è il miglior comportamento alimentare ad oggi noto. Queste pazienti verranno monitorate dal punto di vita oncologico e nutrizionale con la stessa frequenza e modalità delle pazienti arruolate nel braccio sperimentale. Dunque anche queste pazienti trarranno beneficio dall’adesione allo studio”.
“La web-app è stata disegnata sulla base dell’esperienza maturata con le donne coinvolte nei nostri precedenti studi – illustra Francesca Ligorio, oncologo medico presso la Breast Unit del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia dell’Int e ricercatrice Ifom -. Alla app possono avere accesso anche i diversi team dei centri coinvolti, ma è l’Int a prestare l’assistenza alle pazienti in caso di necessità o dubbi con i suoi oncologi e nutrizionisti. Il vantaggio è che ci permette di avere in tempo reale un’idea globale sull’andamento dello studio, sull’aderenza delle pazienti al trattamento, sugli eventuali effetti collaterali e sullo stato di salute di ogni persona coinvolta, senza passaggi intermedi”.
“Valutiamo l’evoluzione dei profili genomici e di espressione genica a livello del tessuto tumorale, e l’associazione tra questi e la risposta del tumore ai trattamenti sperimentali – conclude Giancarlo Pruneri, direttore del Dipartimento di Diagnostica avanzata dell’Int e presidente di Eurama Precision Oncology -. Le eventuali caratteristiche biologiche che emergeranno ci consentiranno di identificare possibili biomarcatori di sensibilità o resistenza ai trattamenti proposti e, dunque, anche di ipotizzare meccanismi di resistenza del tumore da studiare nei nostri laboratori per migliorare l’efficacia di questo approccio terapeutico”.
Redazione Nurse Times
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