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Nel mio elaborato ho voluto trattare la gestione clinico assistenziale dei pazienti affetti da demenza di tipo Alzheimer nella Regione Lazio. La malattia di Alzheimer (AD = Alzheimer Desease) è la causa più comune di Demenza nella popolazione anziana e rappresenta il 50-60% circa dei casi di deterioramento mentale ad esordio tardivo. Le sue cause sono ancora ignote, anche se sono stati identificati numerosi fattori che aumentano il rischio di sviluppare la patologia: l’età avanzata, la storia familiare, traumi cranici, stili di vita e condizioni che comportano problemi ai vasi sanguigni.
A oggi non esiste una cura per l’Alzheimer: i trattamenti disponibili consentono di alleviare i sintomi e, in alcuni casi, di rallentare la progressione della patologia. Questi elementi, uniti al progressivo invecchiamento della popolazione in tutto il mondo, ha indotto l’Organizzazione mondiale della sanità a inserire la malattia di Alzheimer (e le demenze più in generale) tra le priorità globali di sanità pubblica, dato che il numero di persone colpite potrebbe triplicare nei prossimi 40 anni con costi sociali ed economici elevatissimi. Da qui il forte richiamo dell’OMS e dell’ADI ( Alzheimer Disease Intrnational) affinchè i paesi investano sulla ricerca e definiscano a livello nazionale, regionale e locale piani di intervento con il coordinamento tra i diversi settori dell’assistenza.
Il Piano prevede un investimento da oltre 1 milione di euro e un’attività di formazione rivolta ai medici di medicina generale (MMG) che operano nelle Asl o Distretti con l’obbiettivo di creare una rete con i Centri per i disturbi cognitivi e le demenze (CDCD) per una corretta e rapida gestione dei flussi dei pazienti.
Il Dipartimento di Epidemiologa del SSR del Lazio (DEP) produce e aggiorna ogni anno stime della prevalenza della malattia di Alzheimer e delle altre demenze tra la popolazione residente nella regione [Opensalute lazio https://www.opensalutelazio.it/salute/; http://www.deplazio.net/it/stato-di-salute], utilizzando un algoritmo basato sull’integrazione dei dati di diversi archivi dei Sistemi Informativi Sanitari (SIS) regionali. L’algoritmo cattura solo i casi di demenza che hanno ricevuto almeno una prestazione nell’ambito del SSR (ricoveri, farmaci, esenzioni per malattia). Tramite il sito Open salute Lazio ho inserito degli indicatori di ricerca per ottenere i dati di prevalenza dell’Alzheimer degli ultimi anni (2016-2020) da cui si evince che i casi di malattia sono stabilmente presenti e in alcune ASL sono leggermente scesi nel 2020 a causa dell’emergenza Covid-19 che ha accentuato la tendenza ad intercettare il declino cognitivo ed effettuare la diagnosi di demenza in fase tardiva.
L’obiettivo principale per le persone affette dal Alzheimer è mantenere quanto più a lungo possibile le capacità cognitive e le abilità residue per poter migliorare la qualità della vita. La fase terminale costituisce la difficile conclusione di un lungo percorso. Difficile per la complessità, per l’assenza del protagonista incapace di esprimere volontà e opinioni. Per questo a conclusione ho voluto fare una riflessione affinchè non vengano perse occasioni per poter comunicare le disposizioni anticipate di trattamento.
“La demenza ti entra in casa senza suonare il campanello, senza bussare, senza chiedere permesso… Quando te la trovi davanti scopri che si è impossessata della vita di un tuo famigliare… ma anche della tua. Per il tempo che sei costretto a dedicarle, per il dolore che ti provoca, per il futuro che ti ha tolto…”
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