Categorie: Normative

Intervista alla presidente Mangiacavalli sul demansionamento: la risposta dell’Aadi

Riceviamo e pubblichiamo una nota pervenutaci dall’Aadi (Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico) sull’intervista rilasciata a NurseTimes dalla presidente della FNC Ipasvi Barbara Mangiacavalli che aveva come tema principale l’art. 49 del nostro codice deontologico e il demansionamento (CLICCA QUI).

A seguito dell’intervista data dalla presidente Barbara Mangiacavalli a Nurse Times, ci sentiamo in dovere di fare alcune precisazioni sull’assistenza diretta.

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Con articolo pubblicato nella rivista “L’infermiere” – gennaio – febbraio 1992 a pag. 46, il Prof. Avv. Nicola Ferraro, docente di diritto civile all’Università Federico II di Napoli, ha disaminato la questione della pulizia del malato (rectius cure igieniche) ritenendo che, ai sensi del D.P.R. n. 225/74, essendo state assegnate dette competenze all’infermiere generico, non spettassero all’infermiere professionale soprattutto in virtù degli artt. 99 e 100 T.U. Leggi Sanitarie che definivano l’attività dell’infermiere come “professione” includendola nel novero delle attività intellettuali di cui all’art. 2229 C.C..

L’esperto giurista considerava che a seguito della soppressione delle scuole per infermieri generici effettuata con Legge 03 giugno 1980 n. 243 e della creazione, sostitutiva, dell’O.T.A. con D.P.R. 28 novembre 1990 n. 384, spettasse a quest’ultima figura l’espletamento delle cure igieniche del malato.

Il 16 maggio 1994 con prot. n. 85/UL/94 ad oggetto: Competenza dell’infermiere e dell’OTA, il giurista, in qualità di responsabile dell’Ufficio legale del Collegio I.P.A.S.V.I. denunciava il Policlinico di Roma per sfruttamento degli infermieri ed, in particolare, dichiarava illegittime le seguenti mansioni: preparazione e distribuzione delle colazioni, riassetto del letto, uso di padelle e pappagalli, cure igieniche al malato, svuotamento delle sacche di urina.

Queste mansioni non sono attribuibili all’infermiere professionale così come prevede anche il Capitolo 1 dell’Accordo di Strasburgo del 25 ottobre 1967, ratificato in Italia con legge 15 novembre 1973 n. 795 (che portò alla successiva redazione del D.P.R. n. 225/74).
Eravamo nel 1994.

La declaratoria delle funzioni dell’O.S.S. (Operatorio Socio Sanitario) del V livello (ora categoria C), è stabilita dall’Accordo Conferenza Stato Regioni del 22 Febbraio 2001: “Disciplina del Profilo Professionale di Operatore Socio Sanitario e relativo ordinamento didattico”. L’Accordo Conferenza Stato-Regioni, stabilisce le minime mansioni e funzioni che l’O.S.S. deve svolgere su tutto il territorio nazionale.

“Le attività dell’Operatore Socio-Sanitario sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita, al fine di fornire:

1) Assistenza diretta e di supporto alla gestione dell’ambiente di vita;

2) Intervento igienico sanitario e di carattere sociale;

3) Supporto gestionale, organizzativo e formativo.

Allegato A – Elenco delle principali attività previste per l’Operatore Socio-Sanitario.

Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero: assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale; realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico…”
Soddisfare i bisogni igienico-domestico-alberghieri “direttamente” significa essere demansionati.

Le responsabilità non sono solo sindacali perché all’infermiere viene insegnato un ruolo improprio che le aziende sfruttano per generare l’effetto “tappabuchi”.

Segreteria Sicilia Aadi

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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