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Gimbe: infermieri pochi con stipendi da fame, medici tanti, tra i più anziani in Europa

Allarme anzianità e stipendi: la crisi silenziosa dei medici e infermieri italiani

Exposanità Bologna. Si è svolto ieri il convegno “Investire sui professionisti per la tenuta del SSN”, organizzato dalla Fondazione Gimbe, che ha messo in luce una realtà preoccupante: i medici italiani sono tra i più anziani d’Europa e gli infermieri guadagnano significativamente meno rispetto ai loro colleghi internazionali.

Medici italiani: più Vicini alla pensione che al paziente, con stipendi al di sotto della media 

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha rivelato che il 55% dei medici italiani ha superato i 55 anni di età, una percentuale che suona come un campanello d’allarme per il futuro della sanità nel paese. Nonostante una presenza sul territorio di 4,1 medici ogni mille abitanti, superiore alla media Ocse di 3,7, i medici italiani guadagnano in media 105mila dollari all’anno, cifra inferiore ai 116mila dollari dei loro omologhi Ocse.

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Infermieri: gli eroi senza quattrini

La situazione degli infermieri è ancora più critica. In Italia, si contano solo 6,9 infermieri ogni 1.000 abitanti, ben al di sotto della media Ocse di 9,9. In termini di retribuzione, gli infermieri italiani guadagnano meno di 40mila dollari all’anno, mentre i colleghi Ocse superano i 50mila dollari.

SSN: quel gigante che barcolla ma non molla (ancora)

Durante l’evento, che ha inaugurato la 23esima edizione di Exposanità, sono stati raccolti importanti contributi, tra cui quello di Sandra Zampa, senatrice Pd ed ex sottosegretario alla Salute, che ha sottolineato l’importanza del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) come baluardo di difesa per la comunità. Chiara Gibertoni, direttrice generale dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola di Bologna, ha espresso preoccupazione per il progressivo impoverimento del SSN, dovuto a mancati finanziamenti e restrizioni sulle assunzioni.

La battaglia per il futuro del SSN 

L’appello è chiaro: è necessario mobilitarsi per salvaguardare il SSN e garantire che le future generazioni siano protette come quelle attuali. La tenuta del SSN è vista come fondamentale non solo per la salute pubblica ma anche per la coesione sociale del paese.

Conclusioni: un appello alla responsabilità

Un invito a rispolverare il valore del SSN e sulla necessità di un impegno collettivo per preservare uno dei pilastri fondamentali della democrazia italiana. La campagna “Ci sta a cuore il SSN”, lanciata in occasione del 45esimo anniversario del Servizio sanitario nazionale, rappresenta un’opportunità per tutti di contribuire attivamente alla discussione e al sostegno di questo bene prezioso. Chiudiamo con un sorriso amaro e un invito a riflettere: se non ci battiamo per il SSN, chi lo farà?

Redazione Nurse Times

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