L’allergia al lattice è un problema rilevante in un blocco operatorio.
Il lattice è una sostanza naturale, liquida e di colore bianco che si ottiene dall’incisione dell’albero Hevea Brasiliensis ossia l’albero del caucciù. Il liquido estratto contiene per il 33% gomma ma anche acqua, resine e proteine; tra queste la più importante è la podofillina (allergene contenuto anche in alcuni alimenti).
Nella realtà quotidiana esistono più di 40.000 prodotti in lattice che vengono per lo più utilizzati in ambito medico e casalingo: oggetti per l’infanzia, equipaggiamenti sportivi, anticoncezionali, indumenti, oggetti di vario uso, oggetti per uso medico-odontoiatrico come per esempio guanti, cerotti, fasce elastiche, contagocce, cateteri vescicali, sonde rettali, tubi endotracheali, aghi cannula, butterfly, bracciale dello sfigmomanometro, barriere interdentali, elastici per apparecchi dentali, calze compressive, drenaggi, lacci emostatici.
Esistono vari tipi di allergia al lattice:
L’AReS Puglia nel 2008 ha preso in considerazione il problema dell’allergia al lattice ed ha definito a tal proposito delle linee guida.
Un intervento operatorio da dedicare ad un utente che è esposto a tale stato morboso necessita di una preparazione particolare della èquipe sanitaria e degli spazi perioperatori ed intraoperatori.
Anche l’aria ambiente deve essere curata, consentendo a proposito adeguato ricambio di aria e una pulizia a fondo delle superfici. La sala va svuotata del materiale contenente lattice e di tutte le apparecchiature e materiale non necessario. In sala troveremo solo materiale latex free e carrelli di anestesia. Le parti in lattice insostituibili o inamovibili vengono ricoperte con pellicola di plastica o cotone. Si allontanano quindi:
Oltre alla sala operatoria si prepara anche la sala di preanestesia e quella di risveglio. Il cestello dei ferri chirurgici viene allestito dall’infermiere che controlla l’assenza di materiale in lattice. L’ingresso della sala viene chiuso si appone un cartello con la scritta latex free.
La mattina dell’intervento l’infermiere che si occuperà delle manovre di induzione, indossa una divisa pulita, cuffia e mascherina, esegue il lavaggio sociale delle mani e solo dopo queste operazioni entra nella sala per eseguire i test di controllo dell’apparecchio di anestesia e predisporre il materiale necessario.
Con le stesse modalità entrerà il medico anestesista. È necessario impedire l’accesso alla sala ad un gran numero di persone a maggior ragione se passate da altre sale in cui è presente il lattice a meno che non sia strettamente necessario. In questi casi infatti si prevede la sostituzione del vestiario, dei sovrascarpe immediatamente prima dell’ingresso.
L’infermiere strumentista ed i chirurghi (vestiti come il resto del personale addetto), procedono al lavaggio chirurgico delle mani e quindi svolgeranno l’intervento usufruendo di tutto il materiale precedentemente preparato per il caso.
Tutte queste procedure naturalmente, richiedono un certo tempo per la loro completa esecuzione e ciò è possibile solo se si è in regime d’elezione.
Il progetto suggerito prevede la preparazione di due sale latex free rispettivamente la sala d’urgenza e la sala latex free dedicata al regime di chirurgia in elezione. È necessario che la sala sia chiusa per almeno 6 ore prima dell’intervento. Ciò non potrebbe realizzarsi se avessimo a nostra disposizione una sola sala preparata latex free. Avendo quindi a disposizione due sale operatorie preparate latex free, è possibile in ogni momento provvedere allo smaltimento delle urgenze e alla sistemazione del paziente allergico. Con due sale a disposizione infatti è possibile tenerne sempre chiusa una per almeno 6 ore e garantire così la massima sicurezza per il paziente. In queste sale operatorie potranno afferire inoltre tutte le chirurgie e specialistiche dell’Azienda a patto che possiedano dei kit chirurgici specifici propri.
Oltre alla sala libera però sarà necessario possedere altro materiale quale:
Oltre al materiale fisico si necessiterà anche dell’ausilio di:
La buona riuscita del progetto dipenderà non solo dalle risorse a disposizione ma anche dalla collaborazione di tutto il personale e dalla continua formazione sia mediante corsi specifici che con contatti continui con la farmacia e il magazzino per la certificazione delle nuove confezioni di farmaci e delle nuove apparecchiature elettromedicali.
Scalzo Maria – Infermiera Magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche
BIBLIOGRAFIA e sitografia:
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