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Assistente infermiere, Zannoni (Opi Ravenna): “Vanno chiariti i rapporti con la nuova figura”

Prosegue il dibattito sull’introduzione dell’assistente infermiere, nuova figura alla quale sarebbe delegata l’assistenza a bassa complessità, che comunque rimarrebbe in capo all’infermiere, in quanto titolare della pianificazione assistenziale sul paziente e della presa in carico complessiva. Un dibattito al quale prende parte anche Alex Zannoni, presidente di Opi Ravenna, la cui opinione è stata raccolta da Ravennanotizie.it.

“La riflessione sull’assistente infermiere nasce durante l’epoca Covid, negli anni immediatamente seguenti il 2020 – spiega Zannoni -. La Regione Veneto, per sopperire alla carenza di infermieri, delegò agli oss alcune funzioni di base attribuite agli infermieri. Per non regionalizzare troppo quell’esperienza si cominciò a ragionare a livello nazionale sulla regolamentazione di questa nuova figura e cominciarono le interlocuzioni tra ministero e Ordini”.

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Aggiunge Zannoni: “La figura dell’assistente infermiere risponde al cambio delle esigenze di salute e allo sviluppo della sanità futura, sempre più protesa verso l’assetto territoriale e la presa in carico della cronicità. Cambiano le esigenza di salute: la popolazione anziana è in crescita e la gestione delle complessità dell’acuzia è sempre più spesso sostituita da quella della cronicità. Credo che l’assistente infermiere vada verso la proposta di un nuovo modello, orientato anche alla verticalità della professione infermieristica”.

Una criticità, per il presidente di Opi Ravenna, sta nella regolamentazione del nuovo profilo: “Alla carenza di personale bisogna fornire una risposta. Non vedo concorrenza tra infermiere e assistente infermiere, perché si tratta di figure sostanzialmente diverse. L’importante che si valutino bene i rapporti tra loro: se una è alle dipendenze dell’altra, non dovrà succedere che in alcune strutture, magari quelle totalmente private, possano essere assunti solo assistenti infermieri al posto degli infermieri. Ne andrebbe della salute dei pazienti. Il Dpcm dovrà chiarire i rapporti assistenziali, per tutelare pazienti e professionisti”.

Redazione Nurse Times

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