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Puglia, consorzio Metropolis nella bufera per presunte irregolarità nell’organizzazione dell’orario di lavoro: 35 strutture a rischio chiusura

Il Dipartimento Salute della Regione Puglia ha comunicato al consorzio Metropolis, operante a Molfetta (Bari), l’avvio del procedimento di revoca delle autorizzazioni all’esercizio e degli accreditamenti istituzionali per la gestione di 35 tra residenze sanitarie assistite, diurni, centri per anziani, pazienti psichiatrici, minori a rischio e disabili.

Ciò potrebbe portare alla chiusura delle strutture e al ricollocamento dei pazienti in altre analoghe. Un’altra conseguenza riguarda il recupero delle somme indebitamente versate dalle Asl per prestazioni sanitarie e socio-sanitarie mai eseguite o svolte con standard di personale inferiori a quelli previsti.

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In una lettera di 12 pagine, indirizzata anche alle Asl, il Dipartimento Salute della Regione Puglia ha infatti riassunto le “gravi e plurime violazioni delle previsioni in materia di organizzazione dell’orario di lavoro del personale”, sia medico che di comparto. Il sospetto è che Metropolis abbia presentato dichiarazioni false per documentare la presenza del personale richiesto dalle regole. Se tali irregolarità saranno confermate, si applicheranno anche le sanzioni amministrative e il recupero delle somme “indebitamente versate” alla cooperativa per pagare l’assistenza medica.

Qualche esempio? Un medico avrebbe lavorato per diverse strutture del consorzio Metropolis per 87 ore settimanali, un giorno come responsabile sanitario, un altro come specialista, tra Barletta, Molfetta, Bari, Terlizzi e Manfredonia. Per non parlare di altri stacanovisti che, in base a quanto dichiarato alla Regione, avrebbero superato le 100 ore. Casi limite di un “significativo sforamento dell’orario di lavoro settimanale auto-dichiarato”, che riguarderebbe 77 dipendenti.

Inoltre le strutture interessate dall’indagine presentano carenze organizzative anche in merito all’applicazione del Contratto collettivo nazionale del settore privato sanitario, obbligatorio per garantire standard qualitativi nella gestione della salute mentale. Al contrario, in molte di queste strutture risulta applicato un Ccnl differente (Aris), non conforme alle prescrizioni della normativa regionale.

Il consorzio Metropolis aveva presentato autocertificazioni riguardanti il numero di personale impiegato, le qualifiche e l’orario di lavoro. Tuttavia la Regione Puglia ha evidenziato che molte di queste dichiarazioni risultano mendaci, in violazione del DPR 445/2000. Questa normativa stabilisce che le dichiarazioni false o incomplete comportano la decadenza dai benefici ottenuti sulla base delle stesse. Nel caso specifico la Regione ha rilevato che le false dichiarazioni presentate dal consorzio gli hanno consentito di ottenere autorizzazioni e finanziamenti pubblici non dovuti.

Redazione Nurse Times

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