Una figura “ibrida” che, oltre a comprendere le mansioni proprie dell’operatore sociosanitario, dovrà svolgere anche alcune attività attribuite all’infermiere, riferendo direttamente a quest’ultimo. Queste le caratteristiche più rilevanti dell’assistente infermiere, un nuovo profilo che potrebbe affacciarsi nel panorama sanitario nazionale, e di cui si discuterà nei prossimi giorni in sede di Conferenza Stato-Regioni.
“In un momento storico come quello attuale, caratterizzato da una crescente carenza di personale sanitario, l’introduzione di una figura assistenziale intermedia tra l’infermiere e l’operatore socio-sanitario potrebbe certamente rappresentare uno strumento importante e quantomai utile”, afferma Giovanni Costantino, responsabile delle relazioni sindacali dell’Aris.
Quello dell’assistente infermiere è un profilo da molto tempo richiesto dalle associazioni di categoria e già oggetto di lavori preparatori (in precedenza il profilo era genericamente denominato “XX”).
“Nella bozza in circolazione, però, sebbene alcune richieste delle associazioni di categoria (tra cui l’Aris) siano state accolte, vi sono ancora importanti margini di miglioramento – sottolinea Costantino -. Sarebbe importante che il decreto prevenisse in origine il rischio di conflittualità e di cortocircuiti organizzativi, chiarendo meglio sia il grado di responsabilità che la nuova figura dovrà rivestire, unitamente agli eventuali profili assicurativi, sia le modalità di coordinamento degli assistenti con il personale sanitario, soprattutto nel contesto domiciliare”.
Secondo il giuslavorista, è inoltre necessario auspicare che si evitino disallineamenti tra le diverse regioni, anche per ciò che attiene alle regole in materia di accreditamento e di oneri per la riqualificazione del personale. Ciò al fine di consentire alle parti sociali di inquadrare correttamente la nuova figura all’interno dei Ccnl.
“La nuova figura dell’assistente infermiere – conclude Costantino – in alcuni ambiti operativi potrà effettivamente tamponare l’attuale situazione di carenza di personale. Non bisogna però farsi illusioni. L’effettiva risoluzione della problematica richiederà ben altre misure strutturali per rendere nuovamente attrattive le professioni sanitarie. È a rischio, infatti, la possibilità stessa di continuare a offrire cure e assistenza di qualità”.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Salutequità. Semplificazione, temporalità chiara, monitoraggio forte, fondi e integrazione con altre patologie per assicurare equità…
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25840 del 27 settembre 2024, ha confermato un…
P.C., infermiere, è stato assolto con formula piena dall’accusa di imperizia in merito alla morte…
Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell'ictus: 24 ore in cui si ricorda…
Dopo una battaglia legale durata quasi due anni, gli infermieri vincono una causa storica per…
Di seguito un'intervista al professor Antonio Curnis, primario di Cardiologia agli Ospedali Civili di Brescia, pubblicata sul…
Leave a Comment