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Qualità della vita professionale negli infermieri del Servizio emergenza-urgenza territoriale 118 dell’Asl Foggia. Lo studio

Uno studio osservazionale sulla qualità della vita professionale negli infermieri del Servizio emergenza-urgenza territoriale 118 dell’Asl Foggia.

Introduzione

Le risorse umane sono un bene inestimabile per le organizzazioni e dovrebbero essere trattate come una ricchezza e non come debiti, anche perché il dipendente insoddisfatto potrebbe trasformarsi nel primo nemico dell’organizzazione stessa (Ebadi & Tabanejad, 2022). È necessario un processo di progettazione del lavoro che sia più “umano” ma, soprattutto è di fondamentale importanza, prestare attenzione agli aspetti che riguardano la qualità della vita lavorativa (Ebadi & Tabanejad, 2022).

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La recente revisione di Silarova et al. (2022), sulla base delle 68 pubblicazioni incluse, ha concluso che non esiste una definizione univoca di qualità della vita correlata al lavoro (WRQoL). Questo concetto è stato definito in diversi modi come: caratteristiche psicosociali del lavoro (Iecovich, 2011), caratteristiche del lavoro (Willemse et al. 2012), ambiente di lavoro (Dutcher & Adams, 1994), percezione da parte del soggetto dell’impatto del proprio lavoro (Denton et al. 2002), condizioni di lavoro (Eustis et al. 1993; Strandell, 2020), situazione lavorativa (Josefsson et al. 2007), esperienze legate al lavoro (Karlsson et al. 2009; Zoeckler, 2018), fattori che determinano un buon o un cattivo lavoro, problemi legati al lavoro (Strandell, 2020), situazione lavorativa (Theobald et al. 2018) e come valutazione degli operatori sanitari delle condizioni del loro lavoro dal punto di vista della propria salute e del proprio benessere (Trydegård, 2012

Il comparto infermieristico è quello più rappresentato tra le professioni sanitarie e, per tale ragione, il miglioramento della qualità della vita lavorativa in questi professionisti risulta essere un fattore importante per garantire la stabilità del sistema sanitario (Javanmardnejad et al. 2021).

Un livello ottimale di qualità della vita lavorativa consente agli infermieri di fornire prestazioni di alta qualità ai pazienti, e ciò è possibile solo se godono di un’adeguata salute mentale e sono soddisfatti lavorativamente e nei diversi ambiti della vita. Un buon livello di qualità della vita lavorativa per gli infermieri si realizza quando possono soddisfare i propri bisogni lavorando nel sistema sanitario e allo stesso tempo essere in grado di raggiungere gli obiettivi organizzativi (Javanmardnejad et al. 2021).

La soddisfazione lavorativa è un fattore predittivo di tante conseguenze negative lavorocorrelate, in particolare dell’assenza da lavoro, del burnout e dell’intenzione di abbandonare la professione (Yasin et al. 2020). La letteratura recente mostra anche come la scarsa qualità di vita professionale negli infermieri sia causa dell’abbandono della professione, mentre un suo livello ottimale si è dimostrato essere la chiave per motivare professionalmente gli operatori (Al Zamel et al. 2020; Chegini, Jafarabadi & Kakemam; 2019; Agus & Selvaraj, 2020; Cheng, Nielsen & Cutler, 2019).

Obiettivo dello studio

L’obiettivo dello studio è quello di valutare e descrivere la qualità della vita lavorativa negli infermieri del Servizio Emergenza-Urgenza Territoriale 118 dell’ASL Foggia, e fornire una misura degli effetti positivi e negativi del lavoro a contatto con persone che hanno vissuto eventi traumatici.

Materiali e metodi

Il disegno dello studio è di tipo osservazionale cross-sectional monocentrico. Tutti gli infermieri operanti presso il Servizio Emergenza-Urgenza Territoriale 118 dell’ASL Foggia (n=164) sono stati individuati come soggetti eleggibili e invitati a partecipare al presente studio. Il reclutamento dei partecipanti è avvenuto su base volontaria. I dati sono stati raccolti da maggio 2023 a settembre 2023.

A tutti i partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario on-line, in formato anonimo, distribuito tramite la piattaforma Google Forms. Sono state garantite tutte le precauzioni possibili al fine di proteggere la privacy e l’anonimato. Nessun dato identificativo è stato riportato nello studio. Il consenso informato è stato richiesto a tutti i partecipanti al fine di poter completare il questionario e partecipare allo studio. Questo studio è stato autorizzato dall’ASL di riferimento.

La prima parte del questionario è stata dedicata alla raccolta di informazioni sociodemografiche (genere, età ed anni di esperienza nell’attuale setting lavorativo).

Nella seconda parte, a seguito dell’autorizzazione da parte degli autori, sono state somministrate due scale di valutazione validate in lingua italiana.

La prima scala proposta è stata la Scala della Qualità di Vita Professionale versione 5 (ProQOL-5 – Professional Quality of Life: Compassion Satisfaction and Fatigue Version 5, ® B. Hudnall Stamm, 2009) nella sua versione italiana validata più recente. Lo strumento ProQOL-5 è una misura self-report di 30 item ciascuno dei quali viene valutato con una scala Likert da uno (“mai”) a cinque punti (“molto spesso”).

Il ProQOL-5 comprende tre sotto scale (ognuna delle quali viene valutata in base a 10 item): la prima è la Compassion Satisfaction (CS), che rappresenta i sentimenti positivi che un individuo prova sia nel lavorare con persone traumatizzate o sofferenti sia nell’aiutare gli altri, 9 in particolare si riferisce al piacere di fare bene il proprio lavoro (item 3-6-12-16-18-20-22- 24-27-30); la seconda è la sindrome da Burnout, che nasce come risposta a condizioni di stress (item 1-4-8-10-15-17-19-21-26-29); la terza si riferisce allo Stress Traumatico Secondario, effetto secondario dell’esposizione ad eventi stressanti estremi o traumatici (item 2-5-7-9-11-13-14-23-25-28). Stamm (2010) ha riportato proprietà psicometriche con un’affidabilità alfa compresa tra 0.84 e 0.90 per le tre subscale.

Ciascuna sottoscala è distinta e i risultati di ciascuna non possono essere combinati per ottenere un singolo punteggio significativo.

Le correlazioni interscala mostrano una varianza condivisa del 2% (r = -.23; co-σ = 5%; n=1187) con lo Stress Traumatico Secondario e una varianza condivisa del 5% (r = -0.14; co-σ = 2 %; n=1187) con il Burnout.

Sebbene esista una varianza condivisa tra Burnout e Stress Traumatico Secondario, le due scale misurano costrutti diversi con la varianza condivisa che probabilmente riflette il disagio comune a entrambe le condizioni. Le scale misurano entrambe effetti negativi pur essendo chiaramente differenti; la scala Burnout non include la paura a differenza di quella dello Stress Traumatico Secondario.

La seconda scala è stata la Scala della Qualità della vita Correlata al Lavoro (WRQoL) nella sua versione italiana validata (Garzaro et al. 2020). La scala validata in italiano si basa sulla seconda edizione del WRQoL (WRQoL-2) che è stata validata utilizzando 32 item, mantenendo 4 item presi dalla prima versione per motivi di comparabilità. Lo strumento italiano è stato riformulato, per una maggiore attendibilità, e si compone di 26 item (25 item + 1 item di valutazione complessiva).

Gli item sono divisi in 7 sottoscale da valutare su una scala di tipo Likert, da 1 (Fortemente in disaccordo) a 5 (Fortemente d’accordo).

Per quanto riguarda la sottoscala del controllo sul lavoro (CAW) gli item di riferimento sono: 1-9-19-24; per la sottoscala del benessere generale (GWB) gli item di riferimento sono: 2-7- 11-13-17; per la sottoscala interfaccia casa-lavoro (HWI) gli item di riferimento sono: 3-4-20; per la sotto scala lavoro e soddisfazione professionale (JCS) gli item di riferimento sono: 6- 8-14-16.

Per la sottoscala dello stress sul lavoro (SAW) gli item di riferimento sono: 5-15; per la sottoscala delle condizioni di lavoro (WCS) gli item di riferimento sono: 10-12-18-25 e per la scala del coinvolgimento del dipendente (EEn) gli item di riferimento sono (21-22-23). 10 Gli autori italiani hanno riportato che sei delle sette sottoscale sono risultate soddisfacenti (affidabilità da .70 a .83), l’unica scala che non ha superato la soglia è stata quella dello Stress a Lavoro (SAW), ma il valore di 0.65 per una misura a due elementi può essere considerato accettabile.

Risultati

L’analisi mostra per quanto riguarda il ProQOL-5 un livello moderato di Compassion Satisfaction, un livello basso-moderato di Burnout e un livello basso di Stress Traumatico Secondario. Rispetto all’influenza delle variabili sociodemografiche, è emersa un’influenza statisticamente significativa solo per la variabile età sui livelli di Burnout (p=0.03) e Stress Traumatico Secondario (p=0.05).

I risultati del WRQoL hanno mostrato un livello moderato nel campione considerato. È stata rilevata un’associazione dell’età per tutti i sottofattori (CAW-p=0.001; GWB-p=0.03; HWIp=0.05; JCS-p=0.002; SAW-p=0.007; WCS-p=0.007; EEn-p=0.03). Il genere è risultato essere significativo solo per il benessere generale (p=0.02). La variabile degli anni di esperienza in emergenza urgenza extra-ospedaliera invece, è risultata significativa per il controllo sul lavoro (p=0.04) e la soddisfazione lavorativa (p=0.02).

Conclusioni

Una buona qualità di vita professionale è essenziale per garantire il benessere lavorativo degli infermieri e mantenere alti gli standard di cura. L’utilizzo di strumenti validati per la misura oggettiva di questo fenomeno si configura come una strategia ottimale per comprendere tutti gli aspetti correlati e mettere in campo interventi mirati.

Giulia Vainella
Gessica Angelini
Domenico Dentico
Raffaele Manzari
Margherita Zatton

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