La Guardia di Finanza di Modena ha fatto scattare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre manager di altrettante cooperative utilizzate fornire medici e infermieri gettonisti a strutture ospedaliere e aziende sanitarie pubbliche di varie regioni italiane.
L’articolata attività d’indagine è partita da un controllo amministrativo nei confronti di una cooperativa sociale con sede a Sassuolo (Modena), nel corso del quale sono emersi elementi indiziari sull’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla turbativa d’asta negli appalti nel settore sanitario in ben otto regioni italiane (Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise). I tre indagati amministravano tre distinte imprese, apparentemente aventi compagini sociali differenti e gestioni separate, ma sostanzialmente “collegate e gestite da un unico centro decisionale e di interessi”.
In alcuni casi di aggiudicazione degli appalti le cooperative non erano in grado di garantire le prestazioni previste nel contratto, lasciando le strutture sanitarie nelle condizioni di non poter operare, oppure impiegando i pochi medici disponibili in più turni lavorativi consecutivi, contrariamente alle disposizioni normative vigenti, o ancora inviando gettonisti non in possesso dei requisiti richiesti (specializzazioni), così causando pericolose criticità alle strutture ospedaliere e situazioni di pericolo per i pazienti. Infatti molti servizi riguardavo turni presso il pronto soccorso, di guardia medica pediatrica o di supporto anestesiologico, per i quali era richiesta un’elevata e specifica qualificazione.
Infatti, mediante le indagini finanziarie, è stato accertato che queste somme sono state trasferite ad altra società, estranea al contesto degli appalti, ma amministrata di fatto dai medesimi indagati, e in parte confluite su conti correnti esteri della Repubblica Lituana allo scopo di renderle non rintracciabili.
Sulla base del suddetto decreto sono state sequestrate disponibilità finanziarie, quote societarie e auto di grossa cilindrata, per un valore di circa 300.000 euro. Beni in parte “schermati” mediante l’intestazione alle persone giuridiche coinvolte, ritenute comunque responsabili per i fatti contestati ai sensi della normativa vigente.
Redazione Nurse Times
Fonte: TelecityNews24
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