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Autismo, arriva un nuovo strumento di screening a distanza

TeleNIDA riesce a identificare eventuali segnali del rischio di malattia dai 18 mesi di vita.

TeleNIDA è il nome di un nuovo strumento di screening a distanza per l’autismo. È stato ideato dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dell’Irccs Eugenio Medea di Bosisio Parini, e i dettagli sono stati pubblicati sul Journal of Autism and Develpmental Disorders. Tale strumento riesce a identificare eventuali segnali del rischio di autismo dai 18 mesi di vita.

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“Attraverso il Network italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico (NIDA) è stato possibile valutare i possibili indicatori di autismo su un campione di immagini video raccolte dai genitori, opportunamente guidati da esperti nella diagnosi precoce della malattia”, esordisce Maria Luisa Scattoni, coordinatore dell’Osservatorio nazionale autismo dell’Iss e coautrice dell’articolo.

“Allo studio hanno preso parte 51 bambini tra 18 e 30 mesi (32 maschi e 19 femmine), inclusi 30 fratelli e sorelle di bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD) iscritti alla sorveglianza della rete NIDA e 21 bambini segnalati per sospetto ASD”, scrivono gli autori.

Nel corso del follow up ai genitori è stato chiesto di realizzare video di 5 minuti di quattro diverse attività quotidiane – gioco libero, gioco con genitori, pasti e condivisione di libri – per un totale approssimativo di 20 minuti di registrazione. Dai risultati emerge la capacità di teleNIDA di distinguere fra gruppi ASD e non autistici.

“Il NIDA – conclude Scattoni – si configura come un’infrastruttura scientifica capace di implementare strumenti e strategie innovative per rispondere ai bisogni delle persone con autismo e delle loro famiglie. La sperimentazione del teleNIDA è un esempio virtuoso di collaborazione scientifica che deriva dalla realtà internazionale adattata al contesto italiano, e questi risultati valorizzano l’esperienza dei professionisti italiani testimoniando la possibilità di implementare ricerche cliniche multicentriche nel servizio sanitario pubblico”.

Lo scopo principale del Network NIDA, che grazie ai nuovi finanziamenti potrà proseguire, è quello di individuare marcatori predittivi di tali disturbi già nei primi 18 mesi di vita. Diagnosticare precocemente un disturbo significa migliorare la vita di questi bambini, contenere o limitare l’impatto dei sintomi comportamentali e aumentare nel futuro le possibilità di integrazione sociale.

Il progetto prevede quindi, attraverso un protocollo di sorveglianza e valutazione del neurosviluppo di bambini a basso (nati a termine) e ad alto rischio (fratellini e sorelline di bambini diagnosticati con un ASD), la selezione di strumenti efficaci per la diagnosi precoce e la costituzione di un’equipe multidisciplinare composta da vari esperti: neurobiologi, neuropsichiatri infantili, psicologi, terapisti della neuro e psicomotricità, ingegneri biomedici. I ricercatori e clinici coinvolti nel progetto NIDA auspicano che il protocollo venga presto considerato un modello operativo per la diagnosi precoce e, come tale, venga presto diffuso su tutto.

Redazione Nurse Times

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