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Aggressioni al personale sanitario, Sposato (Opi Cosenza): “L’Azienda ospedaliera si costituisca parte civile”

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Fuga di infermieri all'estero, Sposato (Opi Cosenza): "Trend destinato ad aggravarsi. I professionisti vanno valorizzati"
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Continuano gli episodi di aggressione agli operatori sanitari, soprattutto medici e infermieri. È questa la vera motivazione per cui molti “scappano” per trovare rifugio in altre unità operative oppure rinunciano all’incarico. Fausto Sposato, presidente di Opi Cosenza, difende l’intera categoria. 

“Serve a poco inaugurare nuovi spazi e dare l’immagine che tutto è cambiato, quando tutto resta uguale: appare come la solita strategia gattopardiana. L’Opi Cosenza intende denunciare pubblicamente la grave situazione di insicurezza in cui versa il Pronto soccorso di Cosenza e invita il management dell’Azienda ospedaliera a mettere in atto tutto quanto necessario a garantire la sicurezza degli operatori e ripristinare le regole negli accessi, chiedendo quali provvedimenti, immediati, intenda attuare per debellare il fenomeno delle aggressioni”.

Il presidente di Opi Cosenza pone alcune questioni al management dell’Azienda ospedaliera di Cosenza: “Da troppo tempo si sorvola sull’argomento per non affrontarlo, ma oggi non è più possibile alcun rinvio. Alla luce dell’ennesimo grave episodio accaduto al Pronto soccorso di Cosenza e che ha avuto come protagonista, suo malgrado, un infermiere, visto che la situazione è diventata insostenibile, Opi Cosenza interviene a difesa dei propri iscritti”.

Come riportato da alcuni quotidiani, pare che esista un fantomatico “saltafila”. Per il presidente di Opi Cosenza, “nel caso fosse vero, sarebbe un fatto gravissimo, oltre che illegale. Diversamente, si dovrebbero diffidare gli organi di stampa dal pubblicare notizie che generano destabilizzazione tra gli utenti e che non rendono credibile i percorsi di accesso. Di sicuro qualche falla organizzativa c’è stata, altrimenti non sarebbe successo nulla. Pertanto chiediamo di individuare le responsabilità e intervenire”.

Sempre Sposato: “Non abbiamo contezza del numero dei vigilanti per turno, ma ci chiediamo, viste le continue aggressioni, se il numero sia proporzionato al numero di accessi. Bisognerebbe capire come mai il punto maggiormente strategico e critico dell’Azienda ospedaliera, che è il Pronto soccorso, non ha ancora un coordinatore di ruolo, visto che ben tre vincitori hanno stranamente rinunciato. Ci auguriamo che l’A.O. di Cosenza si costituisca parte civile al fine di tutelare la propria immagine e quella dei propri dipendenti. Episodi così non possono restare impuniti. Gli operatori vanno tutelati, altrimenti si rischia il collasso e il degrado morale e civile, in barba a ogni regola, anche di buonsenso”.

Per tutto cio, gli infermieri confidano nella volontà del “management aziendale” di volere risolvere definitivamente la questione, affrontandola e impegnandosi a risolvere le criticità presenti. “Diversamente . conclude il presidente di Opi Cosenza -, riterremo anche loro corresponsabili di eventuali altri episodi e denunceremo il tutto agli organi superiori. Agli operatori va tutto il nostro sostegno e li invitiamo a denunciare qualunque forma di prevaricazione e di violenza, anche verbale. In questo appello abbiamo incontrato anche la solidarietà del presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, con il quale ci siamo confrontati”.

Redazione Nurse Times

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