Ieri mattina, a Napoli, circa 150 operatori socio-sanitari (oss) hanno occupato il Maschio Angioino per protestare contro la decisione dell’Asl Napoli 1 Centro di rescindere con un anno e mezzo d’anticipo il contratto di affidamento a Gesco (e al raggruppamento di cooperative di cui è capofila) per la gestione dei servizi psicosociali per le fasce deboli, della medicina penitenziaria e del Dipartimento Assistenza Ospedaliera.
L’Asl Napoli 1 Centro ha infatti comunicato la volontà di azzerare entro il 31 ottobre prossimo tutte le prestazioni fornite da personale oss, psicologi e assistenti sociali delle cooperative sociali. Di qui la protesta, con striscioni che recitavano “Il welfare non è un lusso”, “Giù le mani dal sociale” e “Asl: Azienda di Sterminio del Lavoro Sociale”. Gli operatori, nel corso della mattinata, si sono anche introdotti nell’Antisala dei Baroni, occupando per qualche minuto gli scranni dell’aula consiliare.
I licenziamenti pesano su circa 300 lavoratori (il 50% dei quali si colloca nell’area della salute mentale a Napoli), che devono tornare a casa dopo moltissimi anni al servizio dell’Asl Napoli 1 Centro. Tanto più che le cooperative non riescono, nei tempi e nelle modalità indotte dal recesso anticipato unilaterale, a trovare soluzioni alternative per ricollocare il personale. Senza dimenticare i sofferenti psichici, gli anziani affetti da patologie della terza età e i disabili, che perdono degli autentici punti di riferimento, anche per le loro famiglie.
“Non ci possiamo permettere di perdere 300 posti di lavoro – ha sottolineato Sergio D’Angelo, fondatore di Gesco, che dà lavoro a oltre 1.000 professionisti ed esperti di lavoro sociale -. D’ora in poi ci recheremo ogni giorno in un punto diverso della città per spiegare alla gente cosa sta succedendo e cercare di salvaguardare il valore del lavoro svolto finora dal terzo settore”.
Le stesse cooperative, oltre ai problemi di ricollocamento del personale, rischiano di non sopportare l’impatto economico derivante dalla rescissione voluta dall’Asl Napoli 1 Centro. I costi determinati dalle procedure di licenziamento, le perdite anticipate di fatturato, la brusca incidenza sulle dinamiche finanziarie delle imprese interessate, i rischi collegati alle possibili ripercussioni sui rapporti col sistema bancario mettono infatti a rischio la loro continuità aziendale.
Nei giorni scorsi Gesco ha anche chiesto al prefetto di intervenire “affinché questa vertenza possa avviarsi a una positiva risoluzione, e la città di Napoli, già troppo ferita da fame di lavoro e di servizi, non debba subire un’altra pesante e ingiusta sventura”.
Redazione Nurse Times
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