I disagi psichici tra gli adolescenti sono in aumento e, per farvi fronte, Unicef Italia e Unità operativa semplice (Uos) di Psicologia clinica, in accordo con la Direzione generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs hanno realizzato il progetto #WITH YOU, Wellness Training For Health – La Psicologia con te. I risultati sono stati resi pubblici a Roma, durante un evento in cui è stato presentato anche il video della missione realizzata dal testimonial dell’Unicef, Federico Cesari, per conoscere alcuni dei ragazzi e degli operatori coinvolti nel progetto.
#WITH YOU, che nasce con l’obiettivo di promuovere un percorso di sostegno psicologico e di empowerment dedicato a pre-adolescenti e adolescenti e alle loro famiglie, particolarmente colpiti dagli effetti della pandemia da Covid-19, è durato un anno e ha coinvolto 1.571 giovani (il 46% femmine ed il 54% maschi) – di cui 971 sottoposti anche a valutazione psicodiagnostica e presi in carico e 600 coinvolti con le attività nelle scuole – e 1.942 genitori, per un totale di 3.513 beneficiari diretti e 35.130 beneficiari indiretti, attraverso percorsi di valutazione, presa in carico integrata, focus group e attività di prevenzione sulla salute mentale e il benessere psicosociale nelle scuole superiori.
Il 53% restante del campione presenta altre condizioni, tra cui disturbi del neurosviluppo, come disabilità intellettiva, disturbi della nutrizione, disturbo dello spettro dell’autismo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbi del movimento, patologie neurologiche e/o neuro-muscolari.
Nel campione arruolato e seguito è stato possibile constatare che in 383 valutazioni (39%) si evidenzia un’alterazione clinicamente significativa nella scala internalizzante, costituita dalle sottoscale Ansia/Depressione (30%), Alienazione/Depressione (23%) e sintomi psicosomatici che non hanno una base medica accertata (21%).
In 176 valutazioni (18%) si evidenzia invece un’alterazione clinicamente significativa nella scala esternalizzante, costituita dalle sottoscale Comportamento Dirompente (9%) e Comportamento Aggressivo e iperconnessione (13%). Di questi, 149 (16%), presentano una compromissione globale più marcata e generale, con alterazione della personalità su diverse dimensioni psicologiche e psichiatriche.
I risultati del progetto da un lato sono drammatici: il 39% della popolazione presa in carico avverte e soffre di una sintomatologia affettiva ansioso-depressiva che potrebbe sfociare in una definitiva psicopatologia, ma anche incoraggianti perché dai dati preliminari di efficacia terapeutica si evince che alcuni disordini possono cambiare traiettoria, virare verso il benessere e la promozione della salute dei nostri ragazzi, se adeguatamente riconosciuti e “accompagnati” nella loro interezza.
Da un’analisi preliminare, gli esiti di efficacia secondo il modello Evidence Based (strumento CORE OM Clinical Outcomes in Routine Evaluation Outcome Measure) mettono in risalto che le soglie di gravità clinica percepita si riducono da un livello medio grave del 31% a un 16% e da un livello moderato del 19% a un 8%. Secondo la Good Practice (JCI), il grado di soddisfazione risulta essere del 98% per i genitori e al 96% per i ragazzi. In nessun caso si è avuto un drop out, cioè un abbandono del trattamento.
Il progetto ha beneficiato anche di un importante intervento del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo che, fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria Covid-19, ha immediatamente identificato questo tema tra i più urgenti da affrontare e ha deciso di collocarlo tra i focus delle Linee Guida 2021-2022, il documento programmatico che ne indirizza l’attività.
“Esprimo grande soddisfazione per la prosecuzione della collaborazione con una realtà di alto valore sociale come Unicef Italia, con particolare riguardo a temi di grande rilievo quali la salute mentale e il benessere psicosociale di bambini e adolescenti – ha dichiarato il professor Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs -. Attraverso un’analisi approfondita e originale cercheremo di offrire insieme possibili soluzioni a problemi che impattano su tante famiglie”.
Così, invece, Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia: “I risultati di questo rapporto confermano i drammatici dati che, come Unicef, abbiamo diffuso a livello internazionale: 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze; 86 milioni hanno fra i 15 e i 19 anni e 80 milioni hanno tra i 10 e i 14 anni. In Italia, nel 2019, si stimava che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni, circa 956.000, soffrissero di problemi di salute mentale”.
“Il progetto WITH YOU ha permesso di intercettare precocemente un trigger di comportamenti non necessariamente patologici ma espressione di profonda sofferenza, grazie a questo abbiamo potuto rispondere alla richiesta di aiuto dei nostri ragazzi, anche quelli più giovani – ha sostenuto Daniela Chieffo, responsabile dell’Unità Operativa Psicologia Clinica del Policlinico Gemelli -. WITHYOU è un viaggio con i più giovani di prevenzione e di promozione della salute mentale verso il cambiamento, per favorirlo è necessario comprendere la formulazione di aiuto del ragazzo, della famiglia in cui vive, e del mondo sociale in cui si realizza. Quindi una visione identificando il Suo valore, il Suo Talento e il sistema all’interno del quale si esprime, riducendo al minimo la matrice generativa dei più severi quadri psicopatologici”.
“WITH YOU è un progetto importantissimo che sposa l’esperienza di Unicef e le competenze professionali del nostro team di psicologi e psichiatri – ha detto il professor Eugenio Mercuri, direttore del Dipartimento di Scienze della salute della donna, del bambino e di sanità pubblica del Policlinico Gemelli -. I risultati dell’indagine presentati oggi aiuteranno a capire meglio e dare maggiore evidenza pubblica al fenomeno del disagio adolescenziale, ma soprattutto a prevenire il problema e a supportare le famiglie dei giovani che vivono questa drammatica esperienza”.
Nell’intervento per i ragazzi, uno dei metodi che presenta una maggiore efficacia è la presa in carico globale dei casi, in un’ottica bio-psico-sociale. Nello specifico, si dovrebbe tentare di costruire l’adolescenza iniziando da un processo di immedesimazione e bisogno che trova la cornice iniziale nella famiglia, perché è proprio nel sistema familiare di riferimento che si possono trovare o ri-trovare le risorse per uscire dalla condizione di impasse, che caratterizza i disturbi mentali.
Nei casi più gravi si assiste a un vero e proprio attacco al corpo, con tentativi anticonservativi, agiti aggressivi rivolti a se stessi per mezzo dell’autolesionismo e con ideazione suicidaria. La maggior parte di questi ragazzi sembrano aver manifestato precoci segnali di allarme, spesso, non visibili o non visti. In tutti i casi, questi ragazzi sembrano essersi fatti portavoce di una sofferenza più generale dei sistemi familiari di appartenenza.
Pertanto un intervento familiare precoce sembra essere, ad ora, uno dei metodi con maggiore efficacia per questa fascia di età. Un’azione di prevenzione potrebbe ridurre al minimo anche l’uso di assunzione di farmaci, nonché un minor ricorso a ricoveri in regime ordinario, che talvolta gravano significativamente sul sistema sanitario, e trasformano una fragilità emotiva in una cronicità della sofferenza psichica.
Redazione Nurse Times
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