Tesi infermieristica sullo stress emotivo da isolamento dei pazienti colpiti da Covid-19

NeXT è un progetto editoriale creato da Nurse Times dedicata ai neolaureati in medicina e infermieristica che potranno pubblicare la loro tesi di laurea sul nostro portale (redazione@nursetimes.org)

NurseTimes, la testata giornalistica sanitaria gestita da infermieri è diventata in pochi anni il punto di riferimento per tutte le professioni sanitarie.

La tesi di laurea in infermieristica che vi presentiamo è stata dissertata dalla dott.ssa Monica Piccialli, laureatasi presso l’Università degli Studi di Foggia.

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La tesi dal titolo “La percezione dello stress emotivo nella stanza di isolamento”, è uno studio osservazionale del livello di disagio emotivo percepito nella stanza d’isolamento nei degenti Covid 19 e in quelli con patologie contagiose dell’UOC di Malattie Infettive del P.O. di Bisceglie della ASL BAT.

Introduzione

L’idea di questo progetto di Tesi trae origine nel periodo di tirocinio teorico pratico nell’UOC di Malattie Infettive del PO di Bisceglie (Asl Bat). Interfacciandomi con questa nuova e particolare realtà ho iniziato a chiedermi come i pazienti colpiti da malattie particolarmente contagiose potessero vivere la degenza, già difficile di per sé, chiusi in una stanza di isolamento, senza poter vedere i propri cari come il resto dei comuni pazienti e rapportandosi ad un personale sanitario ben diverso da quello solito, interamente coperto di dispositivi di protezione individuale (camice, guanti, mascherine FFP3,visiera,occhiali,ecc).

Mi sono altresì chiesta quanto la figura infermieristica potesse essere importante per questa tipologia di pazienti e come potesse intervenire strategicamente per migliorare una degenza difficile ma allo stesso tempo necessaria per i pazienti infettivi.

Inizialmente volevo comprendere l’isolamento nei pazienti infettivi come: tubercolosi, virus H1N1, meningite, Klebsiella e polmonite. Successivamente, dopo circa due mesi dall’inizio, intorno a Marzo, sono arrivati i primi casi di pazienti positivi al Covid 19 e ho continuato e terminato il mio studio con questi ultimi, grazie anche all’aiuto del team infermieristico del reparto. Ho potuto così fare un confronto tra l’esperienza in isolamento di un paziente Covid positivo e l’esperienza di uno affetto da altra patologia particolarmente contagiosa.

Inoltre ho valutato se e quanto questa degenza fosse positiva per il paziente: attraverso la scala del distress emotivo coniata dal NCCN, ho studiato la presenza o meno di problemi di varia natura per il paziente (organizzativi, relazionali, emozionali, pratici), ho quantificato numericamente il disagio emotivo provato tramite un “termometro” che potesse aiutarmi nella rilevazione dei dati, e ho anche osservato direttamente e indirettamente tramite le risposte ottenute, la preparazione del personale sanitario nella gestione di questi pazienti.

Ho voluto quindi concentrarmi su vari aspetti di una degenza poco frequente ma di vitale importanza per chi improvvisamente se ne ritrova protagonista. In seguito, con l’avvento del Covid 19, patologia che ha portato il mondo a vivere una pandemia, il tema è diventato ancora più importante: alcune persone hanno infatti vissuto la così detta quarantena domiciliare, altre una lunga degenza in isolamento in ospedale alla quale il personale sanitario, tra cui quello infermieristico, ha dovuto adeguarsi fortemente e velocemente. Così è nato il mio progetto e il mio confronto.

Per esplicare questo progetto di tesi, abbiamo realizzato una dissertazione scritta articolata in tre capitoli:

  • Il primo capitolo approfondisce il disagio emotivo in medicina, chi ne è affetto e perché e che ne esistono molteplici, tanto da potersi classificare come DEC (disturbi emotivi comuni). Esso entra nel vivo dell’origine di questi ultimi e nelle fasi di manifestazione. Qui inoltre vengono descritti e classificati i sintomi tipici dal punto emotivo,cognitivo e somatico e i problemi derivati da questa tipologia di disturbi.
  • Il secondo capitolo si focalizza sul disagio emotivo nella stanza di isolamento, su come riconoscerlo e come trattarlo. Successivamente viene descritta concretamente la scala del distress emotivo del National Comprehensive Cancer Network, utilizzata per questo studio e dunque per valutare direttamente il disagio provato dai pazienti oggetto di studio.
  • Il terzo capitolo è il fulcro della tesi con la pianificazione e realizzazione del progetto di ricerca: lo studio osservazionale del livello di disagio emotivo percepito in stanza di isolamento in degenti Covid positivi e con altre patologie contagiose.

Il disagio emotivo

Il termine disagio emotivo è apparso nella medicina, anche se Socrate ai suoi tempi l’aveva già trattato sapientemente, poco meno di duecento anni fa. Raramente comunque viene usato da solo, perché si presenta principalmente collegato con altri termini di specificazione: ossessivo, compulsivo, ansiogeno, fobico, paranoide, schizoide, psicopatico, masochista, dissociativo, narcisistico, depressivo, di conversione, ecc. Il disagio emotivo comunque ha molti volti ma per la persona coinvolta è assolutamente irrilevante.

Tuttavia nessuno è immune: al primo problema, alla prima difficoltà, alla prima profonda sofferenza, il disagio emotivo può manifestarsi apparentemente in maniera innocua (a volte completamente all’insaputa dell’interessato) ma anche terribile, in modo tale da tormentare o distruggere un’intera esistenza propria e altrui.

Il disagio emotivo può celarsi già in noi, solo che il più delle volte non abbiamo la consapevolezza; l’unico segnale è che siamo sofferenti, inadeguati, intolleranti: si è sotto il controllo di una sensazione quasi permanente di disistima, insicurezza e in balia dell’ansia senza una evidente ragione.

Quando però tale sofferenza esplode improvvisamente, è giusto desiderare personalmente di essere trattati e curati in maniera più idonea e consapevole possibile.

Depressione, ansia, attacchi di panico, disturbi somatoformi (disagi psichici espressi attraverso sintomi fisici) e manifestazioni ossessive sono legati tra loro dallo stesso meccanismo causale e dalla risposta ai medesimi interventi terapeutici. Proprio in considerazione di questi “punti di contatto” vengono identificati come disturbi emotivi comuni (DEC).

Essi sono molto diffusi nella popolazione generale tanto da renderli una delle principali cause di disabilità. Colpiscono milioni di persone in tutto il mondo e il 20-30% dei pazienti si rivolge al medico di famiglia proprio a causa di questo tipo di disagio.

Redazione Nurse Times

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Tesi “La percezione dello stress emotivo nella stanza di isolamento”

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