Tar Trieste: niente sospensiva dei provvedimenti contro i sanitari no vax

Il Tribunale amministrativo si pronuncerà invece direttamente nel merito dei ricorsi.

Si è tenuta mercoledì mattina la prima udienza davanti al Tar di Trieste per discutere i ricorsi di oltre 250 tra medici, infermieri e oss che si sono opposti ai provvedimenti di sospensione disposti (e nella maggior parte dei casi non ancora eseguiti) dalle tre Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia. A tutti è stata già recapitata da tempo l’intimazione a sottoporsi alla vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus.

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Il Tribunale amministrativo ha scelto di non pronunciarsi subito sulle richieste di sospensiva, ovvero la misura cautelare che avrebbe intanto consentito, in attesa della successiva decisione nel merito, di sospendere l’esecutività dei provvedimenti delle Aziende sanitarie. Il collegio giudicante si pronuncerà invece direttamente nel merito dei ricorsi, decidendo se accoglierli o respingerli. Niente sospensiva accordata, dunque. Nei prossimi giorni sono attese le sentenze nel merito per almeno quattro ricorsi. Poi toccherà agli altri. Asugi, Asufc e Asfo si sono costituite in giudizio per opporsi ai ricorrenti.

Il ricorso più imponente dal punto di vista numerico è quello presentato dall’avvocato Daniele Granara, che rappresenta ben 245 sanitari, di cui più della metà dell’Azienda sanitaria giuliano isontina, mentre gli altri sono equamente distribuiti tra provincia di Udine e Destra Tagliamento. Sono rappresentati lavoratori dipendenti delle tre Aziende sanitarie e liberi professionisti che esercitano negli ambiti più svariati. Ci sono anche psicologi, psicoterapeuti, veterinari e farmacisti. Il ricorso chiede l’annullamento dei provvedimenti per la mancata vaccinazione a carico dei sanitari e si fonda “sulla illegittimità costituzionale, sotto plurimi profili, di diritto interno e diritto europeo, di un obbligo riferito a un vaccino di cui non è garantita né la sicurezza né l’efficacia”.

Gianluca Teat e Luca Campanotto, avvocati del Codacons, hanno discusso il ricorso di un’odontoiatra e di un’infermiera dell’Asfo, chiedendo la sospensiva in via cautelare del provvedimento di sospensione per consentire a entrambe di riprendere a lavorare: sono senza stipendio da quasi due mesi perché la sospensione era diventata esecutiva in luglio. “In questo momento non si può dimostrare con assoluta certezza la sicurezza del vaccino e la sua efficacia contro le varianti – sostengono i legali –. In più, una delle due ricorrenti, a fine maggio, aveva ancora anticorpi elevati, e l’altra presentava patologie cardiache che rendono sconsigliabile la vaccinazione”.

Campanotto ha presentato un ulteriore ricorso per un lavoratore della Destra Tagliamento, ma anche in questo caso la linea del Tar di Trieste è stata la stessa: niente sospensiva del provvedimento; si deciderà direttamente nel merito. Una scelta accolta con favore dall’avvocato Aldo Sam, presente in udienza in rappresentanza dell’Opi Pordenone, che si era a sua volta costituito in giudizio. L’Ordine infermieristico ha emesso una propria delibera di sospensione dalla professione, in aggiunta a quella dell’Azienda sanitaria.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Piccolo

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