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Super oss, Bottega (Nursind): “Soluzione tampone. Serve una revisione delle competenze di tutti gli operatori sanitari”

Da noi contattato, il segretario nazionale del sindacato infermieristico dice la sua sulla tanto discussa delibera approvata in Veneto.

È sempre caldo il tema della delibera sul cosiddetto super oss, recentemente approvata in Veneto. Stavolta abbiamo raccolto il parere in merito di Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind, il quale si riserva di comunicare la posizione ufficiale del sindacato “solo dopo che si sarà concluso l’iter della delibera in Consiglio regionale”.

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E tiene a fare una premessa per contestualizzare la situazione: “La delibera fa riferimento alle case di riposo. Bene, in Veneto ci sono strutture assistenziali per anziani che fanno riferimento a enti pubblici. La carenza di infermieri in tali strutture è pertanto coperta da professionisti della sanità pubblica. In altre parole, per evitare di trasferire gli ospiti della case di riposo in ospedale, si trasferiscono gli infermieri dagli ospedali alle case di riposo. La delibera sul super oss rappresenta la risposta della Regione Veneto a tale problema”.

Andando poi al cuore della questione, Bottega propone alcune riflessioni: “Innanzitutto va detto che la sanità italiana funziona con regole del secolo scorso, ossia quelle dettate dal Decreto ministeriale del ’94, che ha ormai quasi trent’anni. Alla luce delle problematiche che affliggono il comparto, sarebbe il caso di rivedere finalmente un sistema di competenze ormai datato. Ma non si può mettere mano a una sola categoria. Se vogliamo riscrivere il profilo delle figure di supporto, come gli operatori socio-sanitari, allora dobbiamo fare lo stesso per gli infermieri”.

Più nel dettaglio: “A un maggiore livello di formazione dovrebbero corrispondere maggiori competenze e maggiori responsabilità. Se ciò vale per gli oss con formazione complementare, figura che peraltro esiste dal 2003, deve valere anche per gli infermieri, che non sono tutti uguali. Un infermiere con master o laurea specialistica non può essere equiparato, sul piano delle competenze, a un infermiere di base con laurea triennale. Anche per noi, quindi, va fatto lo stesso discorso che in Veneto si sta facendo per gli oss. E naturalmente i compensi devono essere adeguati alle competenze che ciascun operatore, oss o infermiere che sia, ha la capacità di esprimere in base al proprio livello di formazione”. .

Riguardo al testo della delibera sul super oss in Veneto, Bottega individua un aspetto positivo, ma pure qualche criticità: “Di positivo c’è che la nuova figura resta sotto la responsabilità dell’infermiere, al quale spetta il compito di attribuire incarichi e supervisionare. Ciò è più che giusto, perché agli oss, sempre per un discorso di differente livello formativo, non si può lasciare autonomia su materie di competenza infermieristica. Non poche perplessità suscita invece la possibilità per gli oss di somministrare terapie farmacologiche. Una possibilità che rischia di dequalificare l’assitenza. Quello dei farmaci, infatti, è un campo molto delicato e richiede studi specifici, che gli infermieri affrontano durante il percorso di laurea”.

Ma non basta: “Un altro aspetto della delibera che non mi convince è quello inerente il tirocinio, che l’oss con formazione complementare dovrebbe svolgere nelle strutture del Sistema sanitario regionale. Se andrà a lavorare in una casa di riposo, perché fa pratica in ospedale, dove la tipologia di pazienti è differente? Che faccia tirocinio in una struttura per anziani, dove può acquisire gli strumenti necessari per operare al meglio nel campo che lo riguarda”.

In definitiva, il segretario Nursind non boccia a priori la delibera della Regione Veneto, ma è pronto a contestarla se non saranno sciolti alcuni nodi. Su un punto, però, è perentorio: “Se, come sembra, lo scopo del provvedimento è porre rimedio alla carenza di personale sanitario, allora siamo di fronte a una soluzione tampone. Come Nursind, auspichiamo invece una soluzione strutturale, che per essere tale, lo ribadisco, deve passare attrraverso una revisione delle competenze in capo a tutte le figure operanti in ambito sanitario”.

Redazione Nurse Times

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