Scotti commenta sia le dichiarazioni del Ministro Schillaci che ii dati dell’Agenas che raccontano una verità scomoda: i medici sono in numero maggiore rispetto alla media europea, ma mancano gli infermieri (Vedi articolo).
Secondo Scotti i dati e l’analisi riportata da Agenas rischiano “di indurre il Ministro in errori di valutazione”.
“Il vincolo andrebbe però eliminato sulla base di una valutazione da parte del soggetto responsabile aziendale pubblico, potendo prevedere prioritariamente che vengano favorite per il personale appartenente al pubblico impego le attività libero professionali in ambito di pubblico interesse, ovvero nell’ambito degli studi professionali della medicina generale, con particolare riferimento agli infermieri.
Ad esempio, i medici convenzionati possono contrattualizzare come attività libero-professionale infermieri presso i propri studi e potrebbero pertanto diventare punti di privilegio per la fruizione delle prestazioni al di fuori dell’orario di servizio di questi operatori sanitari, rimanendo all’interno del pubblico senza andare con questa norma a supportare sistemi di assistenza privata”.
Ho avuto modo di leggere le dichiarazioni del Segretario Generale Fimmg, Silvestro Scotti, con la quale commenta le parole del titolare del dicastero della Salute, Orazio Schillaci, sul tema delle carenze in sanità.
Per quanto qui ci riguarda, e precisamente riguardo al superamento del vincolo di esclusività per gli Infermieri, il segretario, secondo una personalissima esegesi, sostiene che il vincolo “andrebbe eliminato sulla base di una valutazione da parte del soggetto responsabile aziendale pubblico, potendo prevedere prioritariamente che vengano favorite per il personale appartenente al pubblico impiego le attività libero professionali in ambito di pubblico interesse, ovvero nell’ambito degli studi professionali della medicina generale, con particolare riferimento agli infermieri”.
Tanto premesso, appare quanto meno inopportuno che si pretenda di decidere come gli altri professionisti debbano poter svolgere la libera professione, soprattutto quando nella questione esiste da anni una profonda ed insopportabile discriminazione tra i professionisti della dirigenza del sistema sanitario a cui il segretario stesso appartiene, ed i professionisti del comparto e a tal proposito ci chiediamo se gli stessi vincoli proposti valgono anche per i medici del SSN anche e soprattutto in considerazione che questi ultimi possono svolgere la libera professione ormai da decenni oltrechè percepire una lauta indennità di esclusività cosa invece categoricamente vietata al resto del personale del comparto, e quindi anche agli Infermieri che si vorrebbe a supporto dei medici di medicina generale.
Riteniamo pertanto semplicemente irricevibili le summenzionate proposte.
Redazione NurseTimes
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