Solo farmaci che avranno vinto l’asta resteranno mutuabili. A rischio la rimborsabilità. Il cittadino dovrà pagare completamente se il farmaco non avrà vinto l’asta
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) con la delibera n° 458/2016 “riforma della determinazione recante “procedura di applicazione dell’articolo 15, comma 11 ter, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi al cittadino nonche’ misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario} convertito con modificazioni nella legge 7 agosto 2012, n. 135 e s.m.i“, consente alle Regioni di tagliare la spesa sanitaria comprando all’asta al miglior prezzo medicinali “terapeuticamente equivalenti”. Inoltre dispone espressamente che “nell’adottare eventuali decisioni basate sull’equivalenza terapeutica fra medicinali contenenti diversi principi attivi”.
In poche parole cosa significa questo? Significa che l’AIFA obbliga le Regioni a comprare farmaci (pur se hanno principi attivi diversi ma terapeuticamente equivalenti) al miglior prezzo. Quindi sia i medici che prescrivono che i pazienti dovranno accettare di cambiare terapia ed utilizzare un farmaco “equivalente”, con diverso principio attivo, altrimenti saranno completamente a carico del paziente.
Giacomo Milillo, segretario della Federazione dei Medici di medicina generale, ha detto: “Il danno per gli assistiti ci sarà eccome”.
“Solo i farmaci che batteranno l’asta al prezzo più basso resterà mutuabile, mentre tutti quelli cosiddetti ad equivalenza terapeutica diventeranno a totale carico degli assistiti, esenti compresi” continua il Segretario.
Il problema più grande è che non si sta parlando di farmaci equivalenti o generici, ovvero che hanno lo stesso principio attivo, ma di farmaci, che pur avendo principi attivi diversi possono essere utilizzati per poter curare la stessa patologia. Insomma, stiamo parlando, di un altro percorso assistenziale.
Tutto questo va contro in un certo senso alla soggettività delle cure. Già con l’introduzione dei D.R.G. in un certo senso si è fatta una categorizzazione dei pazienti per patologia, ovvero tutti i pazienti che hanno la stessa patologia dovrebbero avere lo stesso recupero o lo stesso decorso, senza tener conto dell’età, del sesso, della gravità della patologia ecc.
Con questa nuova norma viene a meno la soggettività delle cure, ovvero tutti i pazienti aventi la stessa patologia dovranno essere curati con gli stessi farmaci (altrimenti a carico dello stesso), senza tener conto che ogni paziente risponde in maniera diversa già se utilizza lo stesso farmaco, figuriamoci se sarà costretto ad utilizzare un farmaco che non è il “suo”.
Analizzando l’Allegato della delibera, l’utilizzo delle equivalenze terapeutiche, come finalità:
Le criticità riscontrate nella delibera sono tante, ed è proprio per questo motivo che la stessa Federazione dei Medici di medicina generale hanno richiesto un incontro urgente con l’AIFA.
A cura di
Gianluca Pucciarelli
Bibliografia
Fonte
Il Fatto quotidiano. Sanità, a rischio la rimborsabilità di 1.500 farmaci. “Malati dovranno pagare o curarsi con principi attivi diversi. Avaible su www.ilfattoquotidiano.it
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