I fatti risalgono al 10 giugno 2015, quando Daniele partecipò ad una gita organizzata a Roma. Un gruppo di ragazzi disabili venne invitato dal pontefice a partecipare all’udienza del mercoledì in Vaticano.
Il ragazzo é stato perso nella metropolitana della capitale. I responsabili del gruppo di persone disabili erano i due infermieri Massimiliano S. ed il giovane William C. (infermiere volontario).
Daniele é entrato nel metrò stracolmo dell’ora di punta, senza che nessuno lo tenesse per mano, all’improvviso uno degli accompagnatori ha gridato “fuori, prendiamo il prossimo!”, tutti hanno fatto un passo indietro sulla banchina mentre lui, era ormai dentro, prigioniero dei passeggeri accalcati, toccandosi il naso in preda a un’ansia terribile, e da quell’istante si è dissolto nel nulla.
In particolare, nel mirino degli investigatori, ci sarebbe la condotta “maldestra” dell’infermiere “anziano”, invitato per tempo a prendere un mezzo di trasporto diverso. A chiamare Massimiliano S., prima delle 9, fu il responsabile del primo gruppo composto da cinque disabili, già arrivato a San Pietro
. Il consiglio di evitare il metrò – è emerso dall’inchiesta – fu esplicito: intanto perché la stazione Termini era sovraffollata a causa dell’ora di punta; in secondo luogo per l’affluenza straordinaria di pellegrini diretti, come Daniele e gli altri, all’udienza di Papa Francesco; e infine per la coincidenza con lo sciopero dei trasporti, che sarebbe iniziato alle 10.30.Tre buone ragioni, insomma, per usare bus o taxi. Invece Massimiliano S., secondo l’accusa, fece di testa sua. Andò alla banchina di Termini e, nonostante fosse straripante, entrò con Daniele e altri disabili nel vagone, in direzione Ottaviano. A quel punto, mentre la porta si stava chiudendo, gridò a tutti di fare un passo indietro con l’obiettivo di salire sul successivo convoglio, ma purtroppo Daniele non ebbe la prontezza e rimase dentro, in balia della folla. Troppo, per un malato di schizofrenia con tracce di autismo, patologia grave, tale da far perdere ogni capacità di agire soprattutto in situazioni di emergenza, come poi avvenuto.
Sotto accusa é finita anche la condotta tenuta dagli infermieri che, hanno perso di vista Daniele al momento di salire con gli altri ragazzi sul metrò diretto a Ottaviano, alle nove di mattina, ma hanno denunciato l’accaduto alla polizia ferroviaria dieci ore più tardi, alle sette di sera.
Le accuse rivolte ai due infermieri sono di abbandono di persona incapace, delitto per il quale sono previsti fino a 5 anni di reclusione.
Simone Gussoni
Fonte
Corriere della Sera
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