Studenti

Rimozione dei DPI, quando è in gioco la sicurezza degli operatori

La terribile epidemia di Ebola del 2014 ed i casi di infezioni da Clostridium difficile ed MERS (stafilococco aureo resistente alla meticillina) in aumento tra gli operatori sanitari, hanno convinto i vertici dei principali sistemi sanitari mondiali a porre maggiore attenzione alla tutela della salute degli operatori sanitari.

In questo contesto la rimozione corretta dei DPI (mascherine, facciali filtranti, guanti, camici) è uno degli argomenti che coloro che si occupano di prevenzione e controllo del rischio infettivo, dovrebbero affrontare con più sollecitudine con medici, infermieri e personale di supporto, in sessioni di formazione mirata, difatti benché la maggior parte degli operatori ritenga di non aver nulla da imparare a tal proposito, la realtà e recenti studi, ci dimostrano il contrario.

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L’epidemia da virus Ebola ha colpito più di 500 operatori sanitari nell’anno di massima diffusione dell’infezione stessa, e come ci dimostra uno studio pubblicato da JAMA Internal Medicine, a proposito della rimozione dei DPI, nel 46% dei casi gli operatori si sono contaminati proprio durante la rimozione degli stessi.

Gli autori di questo studio, tra cui Curtis J. Donskey, medico del Louis Stokes Cleveland VA Medical Center, sostengono che qualsiasi miglioramento inizia con la formazione. Donskey citando un altro articolo, pubblicato sul Journal of Infection Control nell’anno in corso,  ha osservato che il 14% dei medici non ha ricevuto alcuna istruzione circa la rimozione dei DPI ed è stato facile dimostrare come la mancanza di formazione specifica a tal proposito sia carente ovunque nel mondo.

La recente epidemia di Ebola ha accresciuto la consapevolezza che questo è un problema dalle conseguenze potenzialmente gravi”, dice Donskey, e aggiunge,“sebbene non vi siano prove dirette che la trasmissione di queste malattie sia avvenuta a causa della contaminazione delle mani durante la rimozione dei DPI, tuttavia vi sono molti esempi da poter citare in cui la trasmissione si è avuta o per mancanza degli stessi DPI o per un loro uso inappropriato”, basti pensare al focolaio di MERS che nel 2014 ha colpito l’Arabia Saudita, su 65 casi diagnosticati il 70% ha riguardato gli operatori sanitari.

Donskey ed i suoi colleghi, hanno dimostrato attraverso delle simulazioni come il 97% dei suoi colleghi sbagliassero la sequenza di rimozione mascherina, guanti e camici. L’errore più comune è stato quello di togliere la mascherina prima dei guanti. Una volta insegnato loro la giusta sequenza la contaminazione del viso si è ridotta a zero.

Ancora una volta è stato dimostrato come gli interventi educativi siano in grado di ridurre significativamente il rischio di contaminazione. Si è valutato inoltre l’opportunità di utilizzare dei disinfettanti sotto forma di spray da spruzzare sui DPI prima della loro rimozione, questa tuttavia è ancora un’idea che non trova riscontro nella realtà quotidiana degli operatori.

Basterebbe, difatti, che gli operatori sanitari dessero la giusta importanza ad un momento così potenzialmente pericoloso per la loro salute, per abbassare la probabilità di contrarre una malattia.

In un prossimo futuro nuovi disinfettanti e nuovi dispositivi potranno venire incontro alle esigenze di protezione degli operatori sanitari.  Per intanto la corretta sequenza nella rimozione dei DPI si è dimostrata la pratica più efficace nel diminuire la contaminazione, come dimostrano i dati dello studio di Donskey e colleghi, passando dal 46% al 18,9% e rimanendo a questi livelli per i mesi successivi.

Rosaria Palermo

Fonte

www.infectioncontroltoday.com

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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