Quella da papilloma virus umano (HPV) è l’infezione sessualmente trasmessa più comune nel mondo, nella gran parte dei casi è asintomatica e l’organismo se ne libera spontaneamente, ma talvolta diventa cronica e, con il tempo, la permanenza del virus all’interno delle cellule può portare a patologie benigne (come i condilomi, le verruche genitali) e tumorali (cervice uterina, testa-collo, genitali), nonché a infertilità negli uomini e poliabortività.
Considerata la gravità della diffusione del virus, un gruppo di esperti ne parlerà il prossimo il 4 marzo in un dibattito aperto tra medici, istituzioni e popolazione nella Sala Rossini del Caffè Pedrocchi a Padova. A coordinare i lavori nella giornata mondiale contro il papilloma virus saranno: Carlo Foresta (foto), già professore ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Padova; Giancarlo Icardi, professore ordinario di Igiene all’Università degli Studi di Genova; Alberto Ferlin, professore ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Padova e segretario generale della Società Italiana di Endocrinologia (SIE).
I risultati di un recente studio pubblicato nel 2023 sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet, mostrano la presenza di almeno un ceppo di HPV nel 31% degli uomini sopra i 15 anni d’età, che rappresentano quindi un importante serbatoio per l’infezione. Considerando la popolazione italiana maschile tra i 18 e i 50 anni stimata in più di 10 milioni, secondo le stime che danno l’infezione del maschio al 30%, questo si traduce in almeno 3 milioni di italiani positivi al papilloma virus. Questi numeri sottolineano l’importanza di includere i maschi nelle strategie di prevenzione per ridurre le malattie e la mortalità correlate all’HPV
.“Sulla base di queste evidenze – dicono il professort Carlo Foresta e il professor Giancarlo Icardi – chiediamo che sia l’uomo che la donna possano beneficiare della vaccinazione gratuita fino ai 45 anni di età, comprendendo quindi in questo incremento anagrafico non solo la prevenzione delle patologie HPV-correlate, ma riducendo anche la probabilità di contrarre l’infezione da HPV e le sue conseguenze sulla fertilità e poli-abortività nelle fasce d’età più sessualmente attive in cui più frequentemente si cerca un figlio”.
Ma il papilloma virus non è solo causa di tumori potenzialmente letali: diversi studi hanno messo in evidenza come l’infezione da HPV possa anche portare a infertilità e poliabortività, soprattutto se contratta dai maschi, che attraverso la presenza del virus anche a livello degli spermatozoi rappresentano un importante serbatoio di infezione, soprattutto quando questa è asintomatica, mantenendo alta la diffusione del virus tra la popolazione sessualmente attiva e quindi anche tra le coppie in cerca di un figlio.
Secondo diversi studi, il vaccino anti-HPV si è dimostrato sicuro ed efficace nella prevenzione di tumori e lesioni ano-genitali. Inoltre il vaccino è stato dimostrato essere in grado di ridurre significativamente il tempo di clearance naturale a livello del sistema uro-genitale, riducendo di molto la possibilità di contagio e delle complicanze relative alla infertilità e poliabortività.
“In Italia il vaccino è raccomandato e offerto gratuitamente a partire dal dodicesimo anno d’età a maschi e femmine – conclude il professor Foresta -. Le coperture però sono ampiamente variabili a seconda delle regioni: attualmente tra i diciottenni hanno completato il ciclo vaccinale il 69% delle ragazze e il 54% dei ragazzi in Italia, un po’ meglio va in Veneto: rispettivamente il 78% e 72%, comunque lontani dall’obiettivo del 95%. Ma la copertura è drasticamente più bassa se guardiamo i bambini di 12 anni che dovrebbero aver completato l’ultimo ciclo vaccinale, nei quali la copertura scende sotto il 30% a livello nazionale e addirittura al 10% in Veneto”.
Redazione Nurse Times
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