Abrogati diversi punti risalenti al decreto del presidente del Consiglio dei ministri il 29 novembre 2001, anno della loro nascita.
Inoltre l’articolazione sarà espletata su 3 canali:
i nomenclatori, nuovi e riformulati secondo i criteri di appropriatezza clinica, enfatizzano la prevenzione collettiva in ambienti di vita e di lavoro
“La scelta di evitare, per quanto possibile, il rinvio alla normativa vigente – afferma Lorenzin – ha imposto di ricavare da tale normativa le specifiche attività e prestazioni di competenza dei rispettivi servizi (Dipartimenti di prevenzione, Consultori familiari, Sert, Dipartimenti di salute mentale, Servizi di riabilitazione, ecc.) e di riportarle nel testo, sia pure senza carattere di esaustività. Lo schema di provvedimento, dunque, non introduce nessun ampliamento sostanziale dei Lea ma si limita a descrivere con maggiore dettaglio e precisione prestazioni ed attività già oggi incluse nei livelli. Per l’area socio-sanitaria, in particolare, si è ritenuto necessario individuare e descrivere le diverse tipologie di assistenza caratterizzate da diversi livelli di complessità ed impegno assistenziale“.
Per l’Adi ai malati cronici non autosufficienti, ad esempio, si passa dal livello base all’alta intensità che corrisponde all’ospedalizzazione domiciliare.
In termini di fondi, l’impatto complessivo stimato è di 771,8 milioni
Novità in regime ADI in cui si parla di “ospedalizzazione domiciliare” ove le le prestazioni infermieristiche sono a intero carico del Servizio sanitario nazionale per i primi trenta giorni dopo la dimissione ospedaliera protetta con variazione nell’ordine del 50%.
Aggiornati gli elenchi delle malattie croniche e delle patologie rare, l’altra grande novità del provvedimento, già presente nella prima versione, è l’inserimento della Pma eterologa nei Lea.
Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini aggiunge che “Ora va fatta una valutazione in sede tecnica per verificare ciò che potrà servire per il 2017 omissis è un buon modo per chiudere quest’anno in cui abbiamo già ottenuto 1 miliardo e 300 milioni di incremento del Fondo sanitario nazionale portandolo da 109 miliardi a 111 miliardi a cui bisogna aggiungere risorse per alcuni territori sull’edilizia ospedaliera“.
Nello specifiche gli allegati sono integralmente riportati all’indirizzo www.ipasvi.it
CALABRESE Michele
Fonte:
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